Terrorismo, indagato a Muggiò il cassiere per Al Qaeda in Siria

È partita dalle intercettazioni di un cittadino siriano residente a Muggiò l’inchiesta che ha permesso di scoprire i canali di finanziamento di terroristi, mercanti di uomini sulla rotta balcaniche e di altre attività illecite e ha portato a 14 arresti. L’uomo, 35 anni, è indagato: era considerato il cassiere.
Guardia di Finanza: l’oeprazione è stata condotta con la polizia
Guardia di Finanza: l’oeprazione è stata condotta con la polizia

A scoprire i canali di finanziamento di terroristi, mercanti di uomini sulla rotta balcaniche e di altre attività illecite, i finanzieri sono arrivati intercettando un 35enne compiuti da poco, detto ‘Abu Omar’, siriano con residenza a Muggiò.
Partendo da indagini originariamente disposte dalle procure di Cagliari e Brescia, dunque, si è arrivati ai 14 arresti eseguiti nei giorni scorsi da parte di polizia e Guardia di Finanza soprattutto tra Lombardia (molto attiva una cellula della provincia comasca) e Sardegna.

Il nome del muggiorese rientra nel filone di indagine bresciano, in qualità di indagato, ma non destinatario di una delle dieci misure cautelari in carcere emesse dal gip Carlo Bianchetti.


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L’accusa principale, contestata a tutto gli indagati, è quella di aver fatto parte di un’associazione a delinquere divisa in due gruppi che attraverso il sistema finanziario abusivo noto con il nome di “hawala”, davano sostentamento economico di carattere transnazionale a varie attività di riciclaggio (il denaro era frutto anche dei traffici di immigrazione clandestina consumato sulla tratta balcanica, con la regia attiva tra Como e Milano) e al gruppo terrorista riunito sotto la sigla del fronte “Al Nusra” (o Jahbat Fateh Al Sham), in pratica l’emanazione di Al Qaeda attiva in Siria, e alle fazioni del cosidetto “Esercito siriano libero”.

Formazioni operanti rispettivamente “nella provincia siriana di Idlib, e sul confine libanese”, come emerge dalle carte dell’inchiesta. In questo scenario, il siriano di Muggiò viene indicato dagli inquirenti come custode del denaro, collaboratore e intermediario-operatore hawala per conto di quello che è considerato uno dei promotori dell’associazione che agiva in Svezia.