Tentata truffa a una 95enne di Meda: «Ciao mamma, ho il Covid e sto per morire. Dammi i soldi per curarmi»

L’anziana è scoppiata in lacrime e si è persino scusata, perché in casa non aveva contanti a sufficienza. La truffatrice non si è intenerita nemmeno a questo punto, anzi, le ha proposto una soluzione: «Hai dell’oro? Pesalo!». A quel punto la signora si è resa conto del pericolo e ha chiamato la vera figlia.
Attenzione alle telefonate che mettono in atto un tentativo di truffa
Attenzione alle telefonate che mettono in atto un tentativo di truffa

La nuova truffa viaggia sulle ali del Covid-19: c’è chi si spaccia per figlia malata e bisognosa di un cospicuo finanziamento destinato a cure sperimentali. Vittima, che fortunatamente non è caduta del tutto nella rete, è stata una donna di 95 anni. L’anziana è stata raggiunta telefonicamente. Dall’altra parte, a richiamare la sua attenzione, c’era una voce gentile e all’apparenza familiare: l’interlocutrice si è presentata come sua figlia. Per rendersi ancora più convincente, la truffatrice ha citato alla lettera i nomi di tutti gli altri figli dell’ultranovantenne. L’anziana a questo punto, allora, ha iniziato la conversazione. «Mamma mi hanno fatto il tampone – ha debuttato la sedicente figlia –. È positivo. Sono gravissima, sto per morire». Parole che metterebbero al tappeto chiunque, figuriamoci una donna di 95 anni. La sceneggiata è proseguita e alla fine il discorso è caduto sulla richiesta di denaro: «Mamma una cura per guarire c’è, ma è sperimentale e molto costosa. I soldi mi servono subito». L’anziana è scoppiata in lacrime e si è persino scusata, perché in casa non aveva contanti a sufficienza. La truffatrice non si è intenerita nemmeno a questo punto, anzi, le ha proposto una soluzione: «Hai dell’oro? Pesalo!». Recuperati i gioielli, la novantacinquenne li ha adagiati sulla bilancia della cucina e lì ha finalmente capito il pericolo e compreso la truffa. Ha chiuso la conversazione e ha chiamato la figlia, quella vera. La vicenda è stata segnalata ai carabinieri e comunicata al gruppo del “Controllo del vicinato”, un nipote fa parte dei volontari, per darne eco e mettere tutti in guardia.