Tangenti per i servizi odontoiatrici: arrestata un’imprenditrice di Monza

VIDEO 1 - 2 - 3 - Maria Paola Canegrati, monzese, 55enne, imprenditrice del settore, secondo le indagini, avrebbe ottenuto appalti per 400 milioni di euro in vari ospedali lombardi. Coinvolto l’ex direttore generale della allora azienda sanitaria Desio/Vimercate.
La conferenza stampa dell’operazione “Smile”
La conferenza stampa dell’operazione “Smile”

C’è anche l’ex azienda ospedaliera di Desio/Vimercate tra quelle apparse nell’inchiesta “Smile” della Procura di Monza (pm Luisa Zanetti e Manuela Massenz) per un’ipotesi, a vario titolo, di reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbata libertà degli incanti e riciclaggio.

Ventuno le misure cautelari (9 in carcere, 7 ai domiciliari e 5 obblighi di dimora) eseguite dai carabinieri del comando provinciale di Milano che attraverso i Nucleo investigativo, nel 2014, dopo un esposto da parte di un componente del collegio sindacale della azienda ospedaliera di Vimercate per un appalto da 90mila euro, hanno attivato le indagini effettuate attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche, ma anche attingendo da numerose banche dati, a partire da quella del Fisco.

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Al centro dell’indagine, le gare d’appalto per esternalizzare i servizi odontoiatrici – «Negli ospedali sono stati creati veri e propri “reparti”» ha detto il pm – attraverso presunte gare truccate con la collaborazione di funzionari pubblici (11) delle aziende sanitarie coinvolte, un politico, il consigliere regionale della Lega Nord, Fabio Rizzi, presidente della commissione Sanità ed estensore della recente riforma del sistema sociosanitario lombardo, finito in carcere. Ai domiciliari la moglie alla quale sarebbe stato assegnato il 50% delle quote di una società del “giro”. Obbligo di dimora per l’ex direttore generale della azienda ospedaliera di Desio/Vimercate,Pietro Caltagirone,e per il direttore amministrativo della medesima azienda, in carica nel 2010.

Quello gestito da Maria Paola Canegrati, monzese, 55enne, finita in carcere, imprenditrice del settore che, secondo le indagini, sarebbe riuscita a entrare in rapporti amicali con vari soggetti, dagli amministrativi ai politici, per riuscire a farsi cucire appalti sul misura e prorogare quelli in essere (il tutto per 400 milioni di euro) escludendo di fatto ogni concorrenza. Così sarebbe avvenuto addirittura dal 2004. Numerosi gli ospedali coinvolti in tutta la Lombardia: quello di Melegnano, il Bolognini di Seriate, l’Ospedale Maggiore di Milano, quello di Busto Arsizio oltre ad alcune strutture private accreditate con il sistema sanitario nazionale. Tra gli arrestati (ai domiciliari) anche un medico dentista titolare di uno studio a Monza.

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Ai funzionari corrotti avrebbe garantito assunzioni per i familiari, false consulenze o commesse per realizzare opere nell’ambito dell’appalto. Certificata anche la consegna di una “mazzetta” da 50mila euro al braccio destro di Rizzi, Mario Valentino Longo, arrestato, (coinvolta anche la moglie), la metà della quale, secondo gli inquirenti, sarebbe finita proprio a Rizzi.

Tra l’altro, oltre evidentemente a un danno ad aziende concorrenti, escluse da appalti pubblici, se ne configura anche un altro nei confronti di cittadini-pazienti, secondo le indagini costretti ad usufruire del servizio a pagamento in quanto fittiziamente allungati i tempi delle visite e prestazioni per quelli in carico al servizio sanitario.

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