Tamponi Covid, la denuncia: «Aggressioni verbali, insulti e minacce a infermieri e personale del drive through di Monza»

La denuncia di Donato Cosi, segretario territoriale del NurSind il sindacato degli infermieri in riferimento alla situazione di viale Stucchi: «chiediamo il ripristino del personale che fino a gennaio aveva presidiato gli ingressi».
Monza, il drive through  all'ex Fiera
Monza, il drive through all’ex Fiera Fabrizio Radaelli

Gli infermieri e il personale amministrativo in servizio al drive through di viale Stucchi non ce la fanno più. Spesso sono vittime di aggressioni verbali, insulti e minacce oltre ad essere chiamati a gestire situazioni a dir poco assurde. «Lavorare in queste condizioni non è più ammissibile- spiega Donato Cosi, segretario territoriale del NurSind il sindacato degli infermieri- chiediamo il ripristino del personale che fino alla fine di gennaio aveva presidiato gli ingressi garantendo accessi ordinati e la viabilità in totale sicurezza sia per gli operatori sanitari sia per gli utenti che accedono al servizio. Inviate chi volete: associazioni, esercito, agenzie di sicurezza, ma permetterci di lavorare in totale tranquillità e sicurezza».

Cosi la scorsa settimana ha inviato una richiesta ufficiale al sindaco Dario Allevi e al direttore generale dell’Asst Monza Mario Alparone, ma finora non ha ottenuto risposta. Dall’1 febbraio il drive through nell’ex area Fiera non è più presidiato e così gli infermieri e il personale amministrativo si ritrovano a dover svolgere servizio di ordine pubblico e di viabilità. I problemi si aggravano perché vi sono persone che arrivano nel luogo in cui vengono effettuati i tamponi senza la necessaria prenotazione esigendo ugualmente di essere sottoposti al test. In questo modo si creano situazioni di grande tensione che, oltretutto, rallentano il “normale” lavoro degli infermieri.

«Non è ammissibile continuare in questo modo-ribadisce Cosi-. Vengo quotidianamente aggiornato di episodi di colleghi che vengono minacciati da utenti che, malgrado non abbiamo effettuato la prenotazione, pretendono di essere sottoposti al tampone. Sono all’ordine del giorno gli insulti e le minacce al personale; c’è stato persino qualche utente che, uscito dall’automobile, si sdraiato a terra e ha preteso di essere sottoposto al tampone. Lavorare in questo modo non è possibile: ci vanno di mezzo la salute dei lavoratori e degli altri utenti. Per non parlare dell’ambiente dove si effettuano i test: un piazzale pieno di buche e di fango». Il segretario si augura: «un’immediata soluzione del problema per garantire sicurezza e dignità ai lavoratori che da settimane, con grande spirito di abnegazione, svolgono questo servizio prezioso e fondamentale per il monitoraggio e per il contenimento della pandemia».