Studente bullo picchia il compagno: il giudice lo manda in comunità

Uno studente bullo di 16 anni, protagonista di prepotenze e umiliazioni, è stato condannato dal giudice ad andare in comunità. A scuola aveva dispensato botte, calci e pugni, mani al collo fino a soffocare, lanciando fuori dalle finestre gli oggetti personali.
Un'auto dei carabinieri
Un’auto dei carabinieri

Le botte: calci e pugni, mani al collo fino a soffocare. Le prepotenze e le umiliazioni: gli oggetti personali presi, e lanciati dalla finestra della classe. E tanto per non farsi mancare nulla, anche i dispetti più banali, tipici della quotidianità in classe, come le palline di carta lanciate da un banco all’altro. Abbastanza, per uno studente 16enne prelevato pochi giorni fa a casa dei nonni a Paderno Dugnano, colpito da misura cautelare emessa dal tribunale dei minori con l’accusa di stalking, e finire in comunità.

I fatti contestati si svolgono all’Istituto professionale Molaschi di Cusano, la stessa scuola frequentata da un altro giovane, un padernese di 19 anni, che è stato sospeso per gravi motivi disciplinari dopo aver apertamente minacciato il preside dell’istituto. A dare il via alle indagini, in questo caso, è lo stesso dirigente scolastico, che nel mese di gennaio si è presentato alla stazione dei carabinieri di Cusano per esternare le sue preoccupazioni circa il comportamento del minorenne.

Durante gli accertamenti dei carabinieri, coordinati dalla procura dei minori, si verifica, all’interno della scuola, l’episodio che ha impresso una svolta alle indagini. Durante l’intervallo, il ragazzino arrestato avrebbe picchiato con calci e pugni la sua ’preda’, un coetaneo solitamente preso di mira assieme ad altri due giovanissimi.

Come al solito, peraltro, aggressioni nate senza alcun motivo. In questa occasione, però, avrebbe esagerato, cercando addirittura di strangolarlo, mettendogli le mani al collo, fino all’intervento prezioso di una collaboratrice scolastica, che aveva assistito alla scena. Da quel giorno, il 16enne è stato sospeso per due settimane. Ascoltate le vittime, e i compagni di classe, gli inquirenti hanno raccolto tanto materiale da far scattare l’emissione del provvedimento.