Strage di Nizza, ancora nessuna notizia del brianzolo Mario Casati

Non ci sono ancora notizie dell’ultranovantenne brianzolo Mario Casati che si trovava a Nizza insieme a Maria Grazia Ascoli e due coniugi di Voghera , Angelo D’Agostino e Gianna Muset. Le parole del cardinale Angelo Scola sulle tragedie di questi giorni: «Dobbiamo metterci in gioco»
Mario Casati
Mario Casati Davide Perego

Non ci sono ancora notizie di Mario Casati, l’ultranovantenne originario di Besana Brianza ma residente a Milano che non si trova dopo la strage di Nizza in cui sono morte 84 persone. Dalla Farnesina l’unità di crisi del ministero degli Esteri dà buone notizie in merito al ritrovamento di una famiglia data per dispersa ma in realtà lontana dalla città francese, ma non arrivano novità che riguardino Casati, Maria Grazia Ascoli (l’amica che era con lui) e nemmeno delle persone che erano in loro compagnia, vale a dire Angelo D’Agostino, 71 anni e Gianna Muset, 68 anni, coniugi di Voghera.

Proseguono intanto le indagini degli inquirenti francesi: hanno scoperto che l’attentatore Mohamed Lahouaiej Bouhlel avrebbe inviato messaggi con il suo cellulare prima di gettarsi sulla folla con il camion. «Ho il materiale», «Porta altre armi» sarebbero le frasi inviate a una persona che sarebbe tra le sei bloccate dagli investigatori come possibili complici di Bouhlel. Quest’ultimo avrebbe fatto dei sopralluoghi sulla promenade des anglais per studiare il teatro della strage.

Contro la cieca violenza manifestatasi a Nizza oggi si devono registrare le parole del Papa e, dopo di lui, quelle dell’arcivescovo di Milano Angelo Scola che durante una Messa celebrata a Lorentino di Calolziocorte (Lc) ha parlato delle tragedie che hanno segnato questa settimana in Puglia, a Nizza e in Turchia: «Come possiamo reagire a questi fatti terribili? Anzitutto passando da spettatori di questi drammi ad attori responsabili. Ė decisivo, per porre rimedio a queste tragedie, non limitarci a trovare chi ne è colpevole – cosa che è comunque da fare – ma metterci in gioco. La vita non è fatta solo di lavoro, vita familiare, riposo, divertimento, cura del nostro corpo…La tragica realtà che la cronaca ci consegna, ci domanda di metterci in gioco, di diventare consapevoli che dobbiamo costruire una nuova civiltà. E questo avviene – ad esempio – amando in famiglia in modo diverso, educando i figli in modo nuovo, affrontando il lavoro e il problema della disoccupazione in modo solidale».