Stop ai lavori, paralisi della Sp 6: le incognite sul futuro della variante tra Monza e Lissone

L’unica cosa certa è che il cantiere per la variante alla Sp6 tra Monza e Lissone non riaprirà in tempi brevi. Provincia al lavoro dopo lo stop inatteso dei lavori a pochi mesi dalla conclusione (la ditta è fallita). Ma il futuro per ora una incognita
Monza Cantieri SP6
Monza Cantieri SP6 Fabrizio Radaelli

L’unica cosa certa è che il cantiere per la variante alla Sp6 tra Monza e Lissone non riaprirà in tempi brevi: i responsabili della Provincia stanno cercando di capire quale strada imboccare per completare l’opera e puntano, come primo passo, a ripristinare i giardini e le proprietà dei residenti in via Della Fortuna intaccate dai lavori per lo scavo del tunnel.


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«La Leopoldo Castelli Costruzioni – spiega il presidente brianzolo Roberto Invernizzi – che stava realizzando il progetto è stata posta in liquidazione: tecnicamente potrebbe ancora terminare l’intervento. Ora dovrà dirci se è in grado di farlo o se dovremo rescindere il contratto».

Lo stop inatteso, aggiunge, avrà pesanti ripercussioni sulla qualità della vita di chi abita al confine tra Monza, Lissone e Vedano al Lambro, che per due anni ha patito per il rumore e la polvere causati dal cantiere e ha sopportato il notevole aumento delle code di veicoli sotto casa: «La variante – aggiunge il sindaco di Lissone Concettina Monguzzi – è fondamentale per tagliare il traffico in via Boito, alla rotonda di viale Elvezia e, per quanto riguarda Lissone, in viale della Repubblica».
Rimarrebbe, in ogni caso, monca senza le opere complementari connesse alla costruzione della Pedemontana che, però, sembrano ormai tramontate.

«Continueremo – prosegue Invernizzi – a seguire da vicino la situazione» e gli eventuali aggiornamenti saranno riportati sul sito della Provincia.
Tra i residenti c’è chi, soprattutto a Lissone, si è già presentato in Comune per chiedere la restituzione dei terreni, spesso di piccole proporzioni o adibiti a giardini, espropriati in vista dello scavo del tunnel. Se, affermano, la strada di collegamento tra la Valassina e il San Gerardo non sarà finita tanto vale che via Grigna riconsegni le aree ai proprietari.