Sopralluogo ad Agrate Brianza: nell’hub provinciale 124 profughi invece di 40

LEGGI Romeo: «Stop fondi a MB» - VIDEO - La visita di Regione Lombardia all’hub di Agrate Brianza rivela numeri impressionanti. Nel centro di prima accoglienza nell’ex casa cantoniera della Provincia di Monza ci sono 124 profughi provenienti da Gambia, Bangladesh e Senegal: più del doppio di quanti ne potrebbe ospitare.
Visita all’hub provinciale di Agrate Brianza
Visita all’hub provinciale di Agrate Brianza Michele Boni

La visita di Regione Lombardia all’hub di Agrate Brianza rivela numeri impressionanti. Nel centro di prima accoglienza nell’ex casa cantoniera della Provincia di Monza sulla sp121 sono ospitati 124 profughi provenienti da Gambia, Bangladesh e Senegal. Eppure inizialmente quel sito avrebbe dovuto contenere non più di 40 o 50 richiedenti asilo.

Al sopralluogo di lunedì pomeriggio hanno partecipato l’assessore regionale all’Immigrazione Simona Bordonali, il capogruppo della Lega Nord Massimiliano Romeo, il collega del Pd Enrico Brambilla e il consigliere provinciale Rosario Mancino. I politici sono stati accompagnati dal vice prefetto Diego Dalla Verde, dal consorzio Comunità Brianza, che smista i profughi sul territorio e da alcuni rappresentanti della Croce Rossa.


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«Un viavai continuo, 124 persone che vagano senza sosta. Questa è la dimostrazione plastica che allestire una tendopoli significa non voler trovare una soluzione», ha detto Bordonali, al termine del sopralluogo

«Il 50 per cento di queste persone – ha continuato – non richiede protezione internazionale e se ne va. Questo significa che i dati del Ministero sono falsi. Ho trovato ragazzi ventenni che arrivano da Bangladesh, Senegal e Gambia: Stati che non sono in guerra. Non ci sono donne, anziani, né bambini. Significa che, tra coloro che sono ospitati qua, nessuno scappa dalla guerra».

Ad Agrate sono state allestite 15 tende, nessuna della Colonna mobile regionale della Protezione civile. «La Provincia di Monza e Brianza – ha aggiunto l’assessore – ha dato disponibilità sulla struttura, dimostrando ancora una volta di avere più a cuore l’accoglienza dei clandestini che non i problemi di disoccupati ed esodati brianzoli. Si tratta di una situazione generalizzata in tutta la Lombardia: il Ministero scarica sui territori la propria incapacità, con conseguenze devastanti sulla sicurezza. Voglio ricordare che la Lombardia è la seconda regione italiana per numero di richiedenti asilo. Qui, spazi non ce ne sono proprio più».

Il via libera dal ministro Angelino Alfano per visitare l’hub era arrivato a Rosario Mancino e Massimiliano Romeo nei giorni scorsi, con la benedizione di Roberto Maroni. Il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia e il capogruppo regionale della Lega Nord avevano presentato la richiesta al prefetto di Monza Giovanna Vilasi.

Il consigliere provinciale nei giorni scorsi ha anche fondato “Agrate sicura”, un gruppo di cittadini «per fare rete con i movimenti che in tutta la Provincia, partendo da Limbiate, vogliono opporsi alla gestione proprietaria che il presidente Gigi Ponti ha degli immobili della Provincia di Monza e Brianza».

Mancino ha lanciato una raccolta firme affinché la Provincia venda tutti i locali di proprietà che non hanno funzione amministrativa: per ora hanno aderito alla proposta 2mila persone.

«Attraverso questa raccolta firme – ha spiegato – i cittadini saranno più tutelati se Ponti e la sua giunta non potranno più utilizzare gli immobili della Provincia per continuare a vessare i cittadini ed ospitare a nostre spese gli immigrati nei comuni della Brianza».