Somministrazione di medicinali in modo pericoloso: perquisizioni anche a Monza e in Brianza

Una presunta associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Erario, truffa ad aziende farmaceutiche, autoriciclaggio, ricettazione di farmaci, somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica ed emissione di fatture per operazioni inesistenti è stata sgominata dai carabinieri del Nas: eseguite 13 misure cautelari.
Le accuse vanno dalla truffa ai danni dell’Erario, truffa ad aziende farmaceutiche, autoriciclaggio alla ricettazione di farmaci
Le accuse vanno dalla truffa ai danni dell’Erario, truffa ad aziende farmaceutiche, autoriciclaggio alla ricettazione di farmaci

Una presunta associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Erario, truffa ad aziende farmaceutiche, autoriciclaggio, ricettazione di farmaci, somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica ed emissione di fatture per operazioni inesistenti è stata sgominata dai carabinieri del Nas (Nucleo anti sofisticazioni) di Milano nelle prime ore di lunedì 9 aprile con l’esecuzione di 13 misure cautelari, 12 in carcere e una ai domiciliari.

Le indagini del’operazione denominata “Contramal”, avviate a gennaio del 2017, sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano e hanno visto impegnati anche i militari delle Compagnie di Monza Brianza, Roma, Napoli e Lucca. In particolare hanno consentito al Nas di Milano di individuare la presunta organizzazione criminale con a capo un soggetto di origine calabrese, titolare di una farmacia deposito farmaceutico nel centro di Milano.

Con i presunti complici, avrebbe acquistato presso aziende farmaceutiche ingenti quantitativi di farmaci molto costosi, a destinazione ospedaliera pubblica e privata”, in particolare per cure oncologiche , virali e per altre gravi patologie a prezzo “ex factory”, cioè stabilito dall’Aifa prima dell’immissione in commercio, attestando falsamente la loro destinazione a strutture ospedaliere private italiane.

Non solo, il gruppo avrebbe anche realizzato una rete di riciclaggio dei farmaci con documentazione in tutto o in parte falsificata al fine di venderli in mercati stranieri, in particolare Nord Africa e Sud Est asiatici, oltretutto a un prezzo molto maggiore di quello d’acquisto, esponendo a gravi pericoli per la salute i pazienti in quanto la vendita avveniva attraverso una filiera non autorizzata e non controllabile: in molti casi gli intermediari erano addirittura completamente estranei al settore sanitario, persino ristoratori etnici o bancari. Traffici inoltre compiuti in maniera spregiudicata anche nelle fasi di trasporto, stoccaggio e distribuzione, senza alcun protocollo nè controllo.

Un modus operandi che avrebbe garantito alla organizzazione ingenti guadagni sia dalla vendita dei farmaci che dall’illegittimo rimborso del credito d’iva maturato a danno dell’erario, ma soprattutto dalla presunta truffa ai danni delle case farmaceutiche.

Oltre ai tredici provvedimenti cautelari, eseguite anche undici perquisizioni locali nelle medesime province e 37 ordini di esibizione di documentazione notificati a persone giuridiche legate a vario titolo all’organizzazione criminale individuata dai militari dell’Arma.