«Si abbassa la media dei contagi tra gli infermieri, ma i numeri sono ancora allarmanti»

Il sindacato Nursing Up: «Sono 3.500 gli infermieri che si sono ammalati negli ultimi 30 giorni. I dati sui contagi dell’Istituto Superiore della Sanità ci raccontano di una media che si è abbassata, dai 350 professionisti (dicembre-gennaio) ai 115 che si infettano ancora oggi ogni 24 ore».
Infermieri di un ospedale brianzolo
Infermieri di un ospedale brianzolo

«Ben 3.500 infermieri si sono ammalati di Covid negli ultimi 30 giorni. Sono i dati aggiornati dell’Istituto Superiore della Sanità, che il nostro sindacato monitora ogni giorno, incrociati con quelli dell’Inail, che indicano che oltre l’80% del personale che si contagia è rappresentato da infermieri, da sempre, dal primo giorno della pandemia, i più esposti al rischio.I dati sui contagi dell’ISS ci raccontano di una media che si è abbassata, dai 350 professionisti (dicembre-gennaio) ai 115 che si infettano ancora oggi ogni 24 ore. Queste cifre da un lato parzialmente ci confortano, ci fanno comprendere come i sacrifici cui le restrizioni ci hanno sottoposto hanno avuto certamente l’effetto di ridurre le infezioni del personale sanitario che ogni giorno combatte sul campo. Ma non basta. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia proprio adesso, con una campagna di vaccinazione di massa ferma ancora al palo, ancorata alle ipotesi e alle sperimentazioni, persa tra i meandri di piani operativi che vedono coinvolti i medici di base con appena 5 milioni di somministrazioni ipotizzate, oppure legata a pseudo-eserciti di volontari reclutati dalla protezione civile». Così Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up, il sindacato di categoria.

«Manca ancora una volta, lo ripetiamo da mesi, un progetto concreto che coinvolga le forze che abbiamo già in casa, le migliori possibili, ovvero gli infermieri dipendenti, il perno su cui costruire le fondamenta di questa battaglia da vincere a tutti i costi, perché le sfide delicate di emergenze sanitarie come questa si affrontano prima di tutto con una sanità di qualità con interventi mirati e tempestivi, costruita su professionisti adeguatamente retribuiti» continua De Palma.

«Fatebenefratelli, Sacco e Niguarda a Milano, il Cardarelli a Napoli: i dati allarmanti degli ospedali milanesi e campani, tra prima e seconda ondata, raccontano di aumenti di contagi, tra gli infermieri, anche oltre il 200%. Numeri vertiginosi, di cui non possiamo non tenere conto, che raccontano il dramma vissuto dagli infermieri italiani da settembre a oggi. Tutto questo deve farci capire che dobbiamo essere pronti a nuove difficili battaglie da affrontare. E i rischi delle varianti, che incombono come una spada di Damocle sulle nostre teste, possono essere allontanati solo con un piano di vaccinazione collettiva che veda finalmente la luce in modo concreto, affiancato da screening e misure di sicurezza che negli ospedali tutelino costantemente chi ogni giorno rischia la vita «tra le braccia» del nemico», conclude De Palma.