Mattarella presidente della Repubblica: «Penso alle difficoltà degli italiani»

Fumata bianca in Parlamento: Sergio Mattarella è stato eletto come nuovo Presidente della Repubblica. Succede a Giorgio Napolitano.
Mattarella presidente della Repubblica: «Penso alle difficoltà degli italiani»

È Sergio Mattarella è il dodicesimo presidente della Repubblica italiana. Un lungo applauso, pochi minuti prima delle 13, è scattato spontaneo all’interno dell’emiciclo di Montecitorio, non appena il nome di Mattarella ha superato il quorum richiesto dei 505 voti necessari per l’elezione. Hanno votato in 995: Mattarella ha ottenuto 665 voti, Imposimato 127, Vittorio Feltri 46, Rodotà17, Bonino 2, Antonio Martino 2, Giorgio Napolitano 2, Prodi 2, voti dispersi 14, schede bianche 105, schede nulle 13. «Il mio pensiero va alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini» sono le poche parole che Mattarella ha pronunciato alle 14,15 ricevendo la presidente della Camera Laura Boldrini e la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli (nata a Treviglio) che gli hanno comunicato l’esito della votazione e la conseguente elezione a presidente della Repubblica.


Chi è

Ggiudice della Corte Costituzionale, ha legato il suo nome alla legge elettorale poi rinominata Mattarellum dal politologo Sartori. Siciliano 74 anni, sposato, tre figli, è figlio d’arte: suo padre Bernardo, fu leader siciliano della Dc, più volte ministro. Il suo ingresso in politica è legato ad una tragedia, quando nel 1980 morì tra le sue braccia, vittima di un agguato mafioso, il fratello Piersanti, allora presidente della Regione Sicilia e ispiratore di un processo di rinnovamento della Dc. Sergio allora accantona la carriera di avvocato e professore universitario e arriva in Parlamento, partendo dalla sinistra Dc, poi nel Ppi e nella Margherita. Resta in parlamento dal 1983 al 2008. È stato un ulivista convinto accanto a Prodi. Non ha mai aderito ufficialmente al Pd. Più volte ministro, si oppone alla legge Mammì sul riordino delle emittenze televisive, voluta da Craxi e molto favorevole alla Fininvest di Berlusconi( è uno dei 5 ministri della sinistra dc che il 27 luglio 1990 si dimette per protestare contro la fiducia sul provvedimento imposta da Andreotti) . Sarebbe questo uno dei motivi per cui il suo nome non piace al leader di Forza Italia. Da ministro della Difesa nel 2001 abolisce la leva obbligatoria, aprendo la strada al nuovo servizio civile. Nel ’93 è poi il relatore della legge elettorale maggioritaria che gli italiani utilizzeranno nelle elezioni politiche del 1994, del 1996 e del 2001, fino all’avvento del Porcellum. Un sistema che prevede il 75 percento dei seggi parlamentari assegnati con il sistema maggioritario, il 25 con il proporzionale. E che oggi, dopo l’esperienza del Porcellum e prima dell’entrata in vigore dell’Italicum, ha trovato molti estimatori.