“Seregnopoli”, filone bis per Mazza e Mariani: «Misura cautelare non necessaria»

La procura di Monza indaga ancora sull’ex sindaco e assessore e sull’ex vicesindaco, a sua volta già primo cittadino, e su una serie di imprenditori locali per presunte vicende di corruzione. Nove in tutto gli indagati.
I carabinieri in municipio a Seregno
I carabinieri in municipio a Seregno

Torna l’inchiesta Seregnopoli. La procura di Monza torna sulle vicende urbanistiche del comune brianzolo, già oggetto di indagini che hanno portato all’arresto dell’ex sindaco forzista Edoardo Mazza, e ora sfociate in un maxi processo attualmente in corso davanti ai giudici monzesi. Nel filone bis, la procura indaga ancora sull’ex sindaco e assessore Mazza, l’ex vicesindaco, a sua volta già primo cittadino) Giacinto Mariani, e su una serie di imprenditori locali per presunte vicende di corruzione.

L’inchiesta riguarda anche il dirigente dello Stato civile Marco Radice per presunte agevolazioni e a una coppia di argentini (uno dei due agli arresti domiciliari l’altro sfuggito alla misura perchè all’estero) che avrebbero fatto ottenere la cittadinanza italiana a molti sudamericani proprio grazie alla complicità del funzionario seregnese (per il quale è stata chiesta l’emissione di una misura interdittiva).

Nove gli indagati in tutto. Il gip, a seguito della richiesta di misure cautelari formulata dagli inquirenti, ha respinto però l’istanza, sia sotto il profilo della mancanza di gravi inidzi, sia per quello della mancanza di esigenze cautelari. In un passaggio, il tribunale definisce Mazza come “asservito completamente agli interessi dell’imprenditore Giorgio Vendraminetto”, nonché responsabile di “reiterato mercimonio della cosa pubblica”. La procura probabilmente presenterà appello. L’indagine si concentra su vicende urbanistiche di cinque anni fa.