Seregno soccorso, angeli (anche) in mezzo alla neve

Quando il bisogno chiama, Seregno soccorso risponde presente. L’ennesima riprova si è avuta alla fine di febbraio. Quando due volontari si sono fatti carico del trasporto in ambulanza di un paziente da Monza fino in Calabria. Sfidando la neve.
Seregno - La neve sull'Appennino emiliano
Seregno – La neve sull’Appennino emiliano Paolo Colzani

Quando il bisogno chiama, Seregno soccorso risponde presente. L’ennesima riprova si è avuta alla fine di febbraio. Lunedì 26 e martedì 27 febbraio, quando due volontari si sono fatti carico del trasporto in ambulanza in Calabria di un anziano, fin lì degente all’ospedale San Gerardo di Monza e desideroso di tornare a casa, per la precisione a Lattarico, piccola località di poco meno di 4mila anime sulla Sila, nel cosentino. Protagonisti della trasferta sono stati Stefano Pisu, componente del direttivo dell’associazione, e Valerio Longoni, un pensionato sempre disponibile ogni giorno in sede per attività di varia tipologia.

«Eravamo stati allertati già in gennaio da alcuni familiari del paziente che risiedono in zona -ha raccontato Pisu – e ci siamo organizzati di conseguenza, attendendo il termine dei vari esami indispensabili. La lunghezza della tratta ha fatto sì che si sia optato per andare con due autisti, per garantirci a turno la possibilità del riposo, mentre l’altro guidava».

Per Pisu e per Seregno soccorso non è stata la prima esperienza di questo tipo: «Io lo scorso anno sono stato anche in Svizzera, per il trasporto all’ospedale San Gerardo di un giovane vittima in precedenza di un incidente stradale, che richiese anche l’ausilio di un medico sull’ambulanza. Tempo addietro, invece, altri miei colleghi erano andati addirittura in Ucraina, per riportare a casa un anziano seregnese che era stato ricoverato là durante un soggiorno con la sua badante. Svolgiamo questi servizi con spirito di volontariato puro, basti pensare che le tariffe in vigore sono quelle stabilite dalla Regione Lombardia ormai una decina di anni fa, che nel direttivo non abbiamo voluto ritoccare, per mantenerle ai minimi livelli e quindi più accessibili da parte di tutti».

La vera difficoltà in questo caso è stata costituita dalle condizioni atmosferiche: «Il paziente era allettato, in ossigenoterapia, ma lucido e tranquillo, anche per la vicinanza al suo fianco della moglie. Il meteo invece ci è stato a dir poco nemico, anche se eravamo consapevoli dei rischi ai quali andavamo incontro e pertanto l’ambulanza era dotata di gomme invernali e catene. All’andata, ci siamo mossi a mezzogiorno e siamo scesi lungo la costa tirrenica, trovando la neve da Bologna a Firenze, nel tratto appenninico».

«Dopo l’arrivo a destinazione a mezzanotte, siamo ripartiti il giorno dopo alle 9 ed abbiamo provato a risalire dalla costa adriatica, incappando anche in questo caso nella tormenta, da Pescara fino a Rimini. Devo dire però che l’organizzazione delle autostrade è stata ottima e, nonostante tutto, le arterie erano percorribili. Siamo tornati alle 23».