Seregno ricorda la strage di Nassiriya: «Siate orgogliosi di una bandiera stimata nel mondo» – VIDEO

VIDEO - Nel quindicesimo anniversario, Seregno ha ricordato la strage di Nassiriya , in Iraq, che costò la vita a diciannove militari italiani. Nel parco cui è intitolata presenti il sindaco, il sindaco dei ragazzi, le forze dell’ordine.
Seregno - Foto finale di gruppo
Seregno – Foto finale di gruppo Paolo Colzani

Di fronte a un buon numero di studenti, il giardino pubblico tra le vie Parini e Carroccio a Seregno, intitolato all’evento, è stato teatro di una commemorazione della strage di Nassiriya, in Iraq, ai diciannove caduti italiani. L’iniziativa, calendarizzata nel quindicesimo anniversario dell’attentato alla base dei Carabinieri, che erano impegnati in una missione di pace, ed accompagnata dai canti degli studenti dell’indirizzo musicale della vicina secondaria di primo grado Don Milani, è stata portata avanti dall’amministrazione comunale, come da tradizione consolidata, ed è stata aperta dall’intervento del sindaco Alberto Rossi, che ha invitato i ragazzi presenti ad essere «orgogliosi della bandiera italiana e di una nazione che ha saputo costruire un percorso di pace e per questo è stimata nel mondo».

Dopo di lui, hanno preso la parola il capitano Daniele Brasi, comandante del nucleo operativo radiomobile della Compagnia dei Carabinieri locale, che ha sottolineato come «le forze politiche si erano divise sull’opportunità della decisione degli Stati Uniti di un intervento militare in Iraq per rimuovere Saddam Hussein e su quella della nostra partecipazione alla successiva fase di stabilizzazione, ma dopo responsabilmente quelle stesse forze misero da parte ogni divisione e condivisero un’altissima considerazione per l’attività dei nostri militari all’estero», e della sindaca dei ragazzi Maria Silva, prima della lettura dei nomi delle vittime e della deposizione di una corona di fiori ai piedi della stele che reca i loro nomi.

A chiudere il percorso è stata una riflessione di monsignor Bruno Molinari, prevosto di Seregno, che ha indicato i caduti «come martiri della pace, in quanto sono stati testimoni di pace».