Seregno: per ora nessuna inaugurazione del centro islamico di via Milano

Annunciata per sabato 21 non è avvenuta: nei locali di via Milano, circa 300 metri quadrati, non si è visto nessuno. Carabinieri e polizia locale hanno tenuto d’occhio la situazione per tutta la giornata con passaggi in auto.
La sede del novo centro culturale Anasr di via Milano
La sede del novo centro culturale Anasr di via Milano Paolo Volonterio

Tanto rumore per nulla ? Forse. Ma l’attesa e la curiosità era tanta e palpabile tra i seregnesi che dopo aver letto il volantino che segnalava, sabato 21 settembre, l’inaugurazione a ingresso libero del centro culturale Anasr di via Milano, 3. Invece tutto pare sia stato rinviato. Gli ingressi dello stabile sono rimasti chiusi mentre la polizia locale e i carabinieri per tutto il giorno hanno tenuto d’occhio la situazione con alcuni passaggi in auto.

Un epilogo facilmente prevedibile dopo che l’argomento, tra l’altro reso noto con grande anticipo e per primi su ilcittadinomb.it già sabato 14, ha tenuto banco per tutta la settimana ed è stato oggetto di discussione sui banchi del consiglio comunale. Per sopire e troncare le polemiche, che già montavano i responsabili del centro devono aver preferito soprassedere, almeno per il momento.

La sede di questa nuova associazione islamica si trova in uno dei capannoni ad uso artigianale-industriale, già sede della ex Pirelli. Una struttura di circa 300 metri quadrati che dovrebbe essere adibita esclusivamente a laboratorio artigianale ma voci ben informate riferiscono che ad acquistare la proprietà sia stato un architetto pachistano di Milano con lo scopo di trasformare la struttura in luogo di incontro e di raduno per i suoi connazionali.

I lavori di ristrutturazione erano partiti a gennaio 2018, e dopo la bufera politica che aveva visto soffiare il vento della polemica sul cantiere in occasione della campagna elettorale dello scorso anno per l’elezione del nuovo sindaco, la vicenda era finita un po’ in sordina, anche perché i lavori erano rimasti fermi per alcuni mesi a seguito di sopralluoghi effettuati dall’ufficio tecnico comunale in quanto il rilascio della licenza sembrava non essere conforme al tipo di richiesta e di destinazione dei locali.

E su questo punto il sindaco Alberto Rossi è stato chiaro e perentorio nel rispondere sui social rassicurando che «quell’edificio non può essere usato come centro culturale, spero che questo basti per smontare tutte le speculazioni politiche del caso».