Elezioni Seregno 2015, Mazza accusa Viganò di svendere poltrone. Replica piccata

Lunedì sera a Seregno il faccia a faccia tra Edoardo Mazza (Lega, Fi e due liste civiche) e William Viganò (Pd e lista civica) che si contendono al ballottaggio di domenica 14 la carica di primo cittadino. L’alleanza del centrosinistra con Pietro Amati ha scaldato il dibattito, condotto dal direttore del “Cittadino”.
Elezioni Seregno 2015, Mazza accusa Viganò di svendere poltrone. Replica piccata

Lunedì sera, 8 giugno, il faccia a faccia tra Edoardo Mazza (Lega, Fi e due liste civiche) e William Viganò (Pd e lista civica) che si contendono al ballottaggio di domenica 14 la carica di primo cittadino. L’alleanza del centrosinistra con Pietro Amati ha scaldato il dibattito, condotto dal direttore del “Cittadino”.

Al teatro Santavaleria di via Wagner, stimolati dalle domande del direttore Martino Cervo, i due concorrenti si sono misurati a trecentosessanta gradi, spaziando da un commento ai risultati del primo turno all’urbanistica, dalla cultura allo sport, dalla tassazione alla necessità di una riorganizzazione della macchina comunale.

«Dopo il primo turno -ha commentato Mazza-, da parte nostra c’era la volontà di un dialogo con formazioni a noi vicine. Non abbiamo però voluto svendere poltrone, come ha fatto il mio avversario: Pietro Amati apparentandosi con lui ha fatto un colpo gobbo, portando a casa due assessori, la presidenza del consiglio comunale e quella di Gelsia».

Differente il parere nel merito di Viganò, che appunto ha appena siglato l’apparentamento con le civiche Ripartiamo! e Per Seregno civica, che avevano sostenuto la candidatura a sindaco del già citato Amati: «Noi siamo partiti dal programma, dicendo subito no ad un carrozzone per arrivare alla maggioranza. C’è stato un dialogo anche con Giusy Minotti di Per un’altra Seregno a sinistra, prima che dai social network apprendessimo che non c’erano le basi per un accordo. Con Noi per Seregno invece l’intesa non era possibile».

Tra le novità salienti emerse, da sottolineare è che entrambi lavoreranno in caso di successo per un contenimento della pressione fiscale: Mazza punterà ad abbassare l’Imu sulla seconda casa e la Tari, Viganò invece agirà sull’aliquota dell’Irpef.

Prima del termine della campagna elettorale, gli appuntamenti non mancano: mercoledì 10 giugno, alle 19, in piazza Segni, è atteso Matteo Salvini, leader della Lega Nord, mentre due giorni dopo dovrebbe essere la volta, sempre nella stessa piazza, di Silvio Berlusconi, numero uno di Forza Italia. Viganò al contrario a breve annuncerà quella che sarà la composizione della sua giunta, se la popolazione lo scegliesse come successore di Giacinto Mariani.