Seregno, la protesta di 18 sindaci contro i tagli di Trenord: «Così si portano gli utenti a usare le auto»

I rappresentanti istituzionali delle amministrazioni di Seregno, Desio, Lissone, Triuggio, Sovico, Arcore, Nova Milanese, Giussano, Lesmo, Villasanta, Cesano Maderno, Carnate, Usmate, Barlassina, Verano Brianza, Ronco Briantino, Arcore e Macherio si sono ritrovati lunedì mattina alla stazione di Seregno, per protestare contro le novità introdotte dal nuovo orario invernale.
Seregno - I sindaci in stazione
Seregno – I sindaci in stazione Paolo Colzani

I rappresentanti istituzionali delle amministrazioni di Seregno, Desio, Lissone, Triuggio, Sovico, Arcore, Nova Milanese, Giussano, Lesmo, Villasanta, Cesano Maderno, Carnate, Usmate, Barlassina, Verano Brianza, Ronco Briantino, Arcore e Macherio si sono ritrovati lunedì mattina alla stazione di Seregno, per protestare contro le novità introdotte dal nuovo orario invernale su tutte le tratte brianzole. concretizzatasi in tagli di corse, e contro la soppressione della linea Seregno-Carnate, sostituita da pullman a frequenza oraria, anche se la Regione Lombardia nei giorni scorsi ha chiarito che l’intenzione è quella di riattivare più avanti il servizio su ferro.

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La mobilitazione ha avuto come finalità una sensibilizzazione della stessa Regione Lombardia e di Trenord, per ottenere nel breve termine soluzioni migliorative a livello qualitativo, ed ha registrato l’adesione del comitato pendolari delle tratte sotto la lente d’ingrandimento.

«Chiediamo un servizio di trasporto pubblico a livello europeo -ha spiegato il sindaco di Desio Roberto Corti-. In questi anni sarebbe ingeneroso dire che lo standard non sia migliorato, ma migliorandolo è aumentata l’utenza. Ora non la si può disincentivare, perché la conseguenza è poi quella di portare la gente sulle auto, creando un problema di inquinamento».
Critico anche Giorgio Villa, referente del comitato pendolari delle linee S9 ed S11: «Siamo di fronte ad un ritorno a 20 anni indietro, con una concezione di ferrovia in cui la gente va a lavorare solo negli orari di punta e così negli orari morti si possono togliere le corse, non tenendo conto che c’è chi si muove per lavorare o per motivi di studio in orari diversi. Chiediamo inoltre un focus sulla Seregno-Carnate, che per ora è soppressa e sostituta da pullman, che anziché un quarto d’ora impiegano quarantacinque minuti, con il risultato di dissuadere gli utenti a servirsi del treno».


L’azione di protesta sbarcherà adesso nei rispettivi consigli comunali, che saranno chiamati a discutere un ordine del giorno trasversale, con lo scopo di accendere i riflettori sull’esigenza di tutelare e migliorare la proposta ferroviaria. Il testo sarà infine indirizzato al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, all’assessore ai Trasporti Claudia Terzi ed al presidente della Provincia di Monza e Brianza Roberto Invernizzi, ai quali si chiederà di farsi portavoce dei pendolari in tutte le sedi possibili. L’appuntamento seregnese non ha mancato comunque di originare una presa di posizione a livello politico. «Mi è sembrata una manifestazione del Partito democratico -ha commentato Andrea Monti, consigliere regionale della Lega, presente sul posto-, con sindaci che non hanno presentato idee migliorative, ma strumentalizzato la fascia istituzionale che indossavano».