Seregno, indagata la presidente di Aeb

Loredana Bracchitta, dall’estate del 2019 presidente di Aeb, risulta indagata dalla Procura della Repubblica di Monza, nell’ambito di un’indagine che è scaturita da un doppio esposto in seguito al matrimonio Aeb-A2A.
Loredana Bracchitta, confermata alla presidenza di Aeb
Loredana Bracchitta, presidente di Aeb Paolo Colzani

Turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio. Sono le motivazioni per le quali Loredana Bracchitta, dall’estate del 2019 presidente di Aeb, risulta indagata dalla Procura della Repubblica di Monza, nell’ambito di un’indagine che è scaturita da un doppio esposto presentato da Tiziano Mariani, capogruppo di Noi per Seregno nel consiglio comunale di Seregno, in data 25 novembre 2019 ed in data 10 febbraio 2020, in merito all’operazione di integrazione societaria tra Aeb ed A2A, il cui iter è stato bocciato prima dal Tar della Regione Lombardia e poi dal Consiglio di Stato di Roma, per la mancanza di una gara per l’individuazione del socio privato.

La novità è emersa dalla relazione finanziaria semestrale di A2A, socio della partecipata seregnese. Bracchitta risulta sottoposta ad indagine in concorso con altri soggetti, che però non vengono citati.

L’istruttoria ha portato per due volte la Guardia di finanza ad acquisire documentazione sull’operazione negli uffici del Comune di Seregno e di Aeb, la prima nel dicembre dello scorso anno e la seconda all’inizio di luglio. In quest’ultimo caso, Bracchitta è stata destinataria di un decreto di perquisizione personale e locale, cui è stato attribuito il valore di un avviso di garanzia.

«Quali altri soggetti – ha commentato sulla sua pagina di Facebook il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Marco Fumagalli, altro grande avversario del matrimonio tra Aeb ed A2A – sono stati raggiunti da avviso di garanzia? Gli elettori hanno il diritto di sapere e le istituzioni hanno l’obbligo di essere trasparenti. Questo silenzio, senza nessun dibattito nei consigli comunali, è preoccupante. Perché, anche qualora non ci fosse nessuna condanna penale, nessuno ha fatto autocritica, una presa d’atto o una presa di distanza da un’operazione che è stata dichiarata illegittima dal Consiglio di Stato. Da che mondo è mondo, una società quotata in borsa si muove per il proprio profitto e non per il vantaggio dei cittadini. È ora che anche nei consigli comunali si apra il dibattito su questa vicenda e che vengano presi i provvedimenti di allontanamento di coloro per i quali è stata accertata l’incapacità a gestire una società pubblica e la completa ignoranza in materia di diritto amministrativo. Ed in Brianza sono tanti».