Seregno, il Piccolo Cottolengo rinuncia all’accoglienza dei migranti: «Siamo stati lasciati soli»

Da 4 anni il Piccolo Cottolengo di Seregno accoglie i migranti. L’annuncio sofferto e rammaricato del direttore don Graziano De Col: entro la fine di settembre i migranti saranno dirottati altrove dal Consorzio Comunità Brianza.
Seregno - I migranti ospiti del Piccolo Cottolengo con Roberto Pellegatta nel marzo dello scorso anno, alla partenza per Monza in occasione della visita del Papa
Seregno – I migranti ospiti del Piccolo Cottolengo con Roberto Pellegatta nel marzo dello scorso anno, alla partenza per Monza in occasione della visita del Papa Paolo Colzani

«Siamo e rimaniamo attenti alla realtà di chi ha più bisogno, così come siamo e rimaniamo consapevoli che sia necessario accogliere. Ma per noi è ormai evidente che il ciclo debba concludersi». Don Graziano De Col, direttore del Piccolo Cottolengo don Orione di Seregno, racconta con un filo di voce e non senza rammarico la decisione di porre fine all’accoglienza dei richiedenti asilo, esperienza iniziata nel novembre di quattro anni fa e che ha comportato a lungo la presenza in istituto di oltre una ventina di uomini provenienti da Gambia e Senegal, ammontare che nell’ultimo anno è sceso a dodici e che recentemente si è riattestato ad una quindicina di unità.

«Entro la fine di settembre – continua il religioso -, i nostri ospiti saranno dirottati altrove dal Consorzio Comunità Brianza. A questa determinazione siamo arrivati dopo una valutazione attenta. Quando abbiamo aperto le nostre porte a questi ragazzi, lo abbiamo fatto nella convinzione che si sarebbero fermati qui per sei mesi. Invece è già trascorso un quadriennio, senza che vi sia stata l’attenzione necessaria da parte del territorio. Ci ha aiutati soltanto Roberto Pellegatta, a titolo volontario. Per il resto, le istituzioni per prime si sono defilate: non vedo da tempo il prefetto Giovanna Vilasi ed il progetto per i lavori socialmente utili, di cui avrebbero beneficiato anche gli italiani, è stato ignorato dall’amministrazione comunale, pure nella fase commissariale. Così, un percorso che avrebbe dovuto essere indirizzato a mettere i singoli in condizioni di autonomia, con la possibilità di trovare una casa propria ed un lavoro, non ha avuto lo sbocco sperato. Ultimamente, poi, da quando dopo la fase iniziale di nostra gestione diretta siamo tornati ad essere semplici affittuari e del gruppo si è occupato in prima persona il Consorzio Comunità Brianza, c’è stato qualche problema anche per aspetti come la pulizia degli spazi da parte di chi li abita. E noi pensiamo che si debba accogliere, ma che lo si debba fare nel rispetto delle regole della vita civile. Adesso sistemeremo i locali e poi li metteremo a disposizione di altre proposte sociali, in primis quella a favore dei senzatetto, già sperimentata pochi mesi fa».

Il Consorzio ricollocherà pertanto i richiedenti asilo in uscita nel circondario. Tra gli approdi indicati potrebbe esserci la sede dell’associazione Il Ritorno di corso Matteotti.