Seregno: i carabinieri arrestano due spacciatori, nelle cantine trovano una bomba

Due uomini di 64 di Seregno sono stati arrestati dai carabinieri con l’accusa di spaccio di stupefacenti, nella zona del Lazzaretto. Nelle perquisizioni è stata trovata in una cantina anche una bomba artigianale di mezzo chilo, non immediatamente riconducibile ai due.
La non proprio invisibile telecamera nel vaso
La non proprio invisibile telecamera nel vaso

Aveva installato quel sistema di videosorveglianza per controllare accuratamente l’esterno della casa e prevenire eventuali operazioni delle forze dell’ordine, probabilmente: una telecamera su un vaso del balcone, per esempio, un’altra all’ingresso dell’edificio di Seregno in cui abitava, nascosta in una scatola di derivazione elettrica.

Ma sono state proprio le registrazioni di quelle telecamere a incastrare i due uomini arrestati giovedì 3 dicembre dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Seregno, al termine di indagini di polizia giudiziaria per spaccio di stupefacenti nei confronti di due uomini di origini calabresi 64enni residenti da anni in Brianza.

Seregno: i carabinieri arrestano due spacciatori, nelle cantine trovano una bomba
La telecamera nel vaso

I due sono stati sorpresi intorno a mezzogiorno a cedere dosi di cocaina a Cesano Maderno, in via Monte Rosa. I militari hanno così proceduto con le perquisizioni domiciliari nelle rispettive case del quartiere Lazzaretto, anche con u cani dell’unità cinofila di Casatenovo: in uno degli appartamenti sono stati trovati undici grammi di cocaina suddivisi in altrettante dosi. Niente nell’abitazione dell’altro uomo, ma i video hanno dimostrato la sua complicità: lo mostravano andare nell’abitazione dell’altro prima di spostarsi a Cesano per spacciare. Entrambi sono stati portati in carcere a Monza.

Ma non è tutto: nelle cantine di uno dei palazzi è stata trovata una bomba artigianale di quasi mezzo chilo di “massa attiva” con 40 centimetri di miccia, per la quale sono stati fatti intervenire gli artificieri, che l’hanno portata nella cava di Carate per farla brillare. Gli investigatori avvisano che non è immediatamente riconducibile alla coppia arrestata ma l’ordigno era del tutto simile a quelli utilizzata per attentati a negozi e auto.

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La telecamera nel vaso