Seregno e il caso + Energy: il Pd non ha diffamato Mariani, L’Espresso sì

Il tribunale di Monza assolve il Pd di Seregno dalla causa per diffamazione intentata da Giacinto Mariani sul caso + Energy. Ma l’ex sindaco annuncia: «Ho però vinto nei confronti dell’Espresso».
Il vicesindaco di Seregno Giacinto Mariani durante un intervento in aula nell'ultimo consiglio comunale
Il vicesindaco di Seregno Giacinto Mariani durante un intervento in aula nell’ultimo consiglio comunale Paolo Colzani

A distanza di tre anni, il caso “+ Energy” è tornato nell’ultimo fine settimana a mettere a rumore il mondo politico di Seregno. Dopo la conferenza stampa di venerdì 23 settembre, nella quale il legale Luigi Cimino ha informato che la sezione civile del tribunale di Monza ha rigettato la domanda di un risarcimento danni per diffamazione da 50mila euro, intentata dall’allora sindaco Giacinto Mariani nei confronti di Mauro Brivio (segretario Pd dell’epoca) e del suo predecessore Gigi Perego, l’attuale segretario seregnese del Partito democratico Antonio Colzani, in un comunicato stampa, ha commentato la sentenza.

Il Pd ha espresso soddisfazione «per l’esito giudiziario della vicenda, che ha visto ingiustamente coinvolti due esponenti del circolo locale, “colpevoli” unicamente di aver dato notizia alla cittadinanza tramite manifesti di una situazione di interesse pubblico. Ci si augura che il legittimo confronto-scontro tra partiti di diverso orientamento ritorni nell’ambito della discussione politica e lontano quindi dalle liti giudiziarie, che a volte hanno solo il sapore della vendetta».

I manifesti riportavano il titolo del servizio che il settimanale “L’Espresso” aveva dedicato a firma di Fabrizio Gatti ai rapporti d’affari nella società “+ Energy” tra l’imprenditore Mario Barzaghi e parenti dello stesso Mariani e del capitano dei carabinieri Luigi Spenga, che guidava in quel periodo la compagnia di piazza Prealpi.

Richiesto di un commento, Mariani, militante della Lega Nord, ha approfittato per un contropiede inaspettato: «I miei amici del Partito democratico si sono dimenticati di dire che ho sì perso la causa contro i loro rappresentanti, ma che lo stesso giudice ha invece condannato per diffamazione a mezzo stampa nei miei confronti il giornalista che firmò l’articolo ed il settimanale che lo pubblicò. A breve, convocherò anch’io una conferenza stampa su questo argomento». Stando alle indiscrezioni, Fabrizio Gatti dovrà pagare 3mila euro circa, il settimanale “L’Espresso” poco più di 30mila euro.