Seregno dichiara guerra ai piccioni: multa fino a 500 euro a chi darà loro da mangiare

Il sindaco Alberto Rossi ha firmato un’ordinanza, che impone, fatta salva un’autorizzazione ai fini sanitari e scientifici, il divieto di alimentare i piccioni presenti allo stato libero sul territorio di Seregno.
Seregno dichiara guerra ai piccioni
Seregno dichiara guerra ai piccioni

L’amministrazione comunale di Seregno è al lavoro per cercare di circoscrivere la presenza di piccioni in città. Per questo motivo, qualche giorno fa il sindaco Alberto Rossi ha firmato un’ordinanza, che impone, fatta salva un’autorizzazione ai fini sanitari e scientifici, il divieto di alimentare questi volatili presenti allo stato libero sul territorio, ad esempio gettando granaglie a terra, ed ordina ai titolari di edifici esposti alla loro nidificazione e al loro stazionamento di schermare con griglie o reti a maglia fitta le aperture permanenti, di installare dissuasori sui punti di posa, di mantenere pulite dal guano le strutture interessate e le zone sottostanti ed infine di effettuare periodiche disinfestazioni per combattere l’insistenza degli acari e della zecca dei piccioni.

«La presenza di piccioni negli ambienti urbani -recita il testo- può costituire un serio fattore di rischio per la salute pubblica, in quanto i loro escrementi sono ricettacolo di infezioni che possono essere trasmesse all’uomo. La loro proliferazione è favorita dalla possibilità di trovare alimentazione, ricovero notturno e luoghi riparati; in particolare i sottotetti degli immobili lasciati liberamente accessibili ai volatili rappresentano luoghi dove questi fattori trovano piena espressione».

Al comando della Polizia locale, agli uffici competenti dell’Ats e ad ogni altro agente o ufficiale di Polizia giudiziaria è stato affidato l’incarico di vigilare sul rispetto delle prescrizioni. Gli inadempienti incorreranno nelle sanzioni previste dall’articolo 7 bis del decreto legislativo 267 del 2000, che vanno da un minimo di 25 euro ad un massimo di 500 euro.

«L’intento – ha commentato il sindaco Alberto Rossi – è di coinvolgere la popolazione ed ottenere un aiuto per limitare una problematica che ha aspetti evidenti di natura igienico-sanitaria. Le sanzioni da questo punto di vista non sono una priorità e saranno decise solo a fronte di una mancata ottemperanza da parte degli interessati all’invito a muoversi per una soluzione che sia nell’interesse di tutti».

Le criticità non sono concentrate in una singola area: «Dipendono in modo particolare da immobili abbandonati, sia nel centro storico che in periferia. Negli ultimi mesi, siamo intervenuti in via Garibaldi ed in via Marconi, ad esempio, ma abbiamo presente anche il caso dell’edificio accanto alla Basilica San Giuseppe che un tempo ospitava il bar Italia e che ha avuto ripercussioni su una costruzione accanto, con ingresso dal corso del popolo». Concorde il vicesindaco ed assessore alle Politiche ambientali Gigi Pelletti: «I rischi per l’igiene pubblica sono molto seri. Il Comune da solo non ha gli strumenti per un contrasto efficace. Con l’ordinanza, sollecitiamo la collaborazione dei cittadini, per rendere la città più pulita e vivibile».