Seregno, caso Aeb, Tiziano Mariani e la Lega: «Distribuite ai cittadini 450 prime pagine del Cittadino per chiedere le dimissioni del sindaco»

La distribuzione è avvenuta sabato sera in occasione di un concerto in piazza Risorgimento.L’iniziativa delle minoranze non è piaciuta alla maggioranza di centrosinistra che governa la città, che l’ha considerata una strumentalizzazione.
I consiglieri comunali in piazza Risorgimento, per chiedere le dimissioni di Rossi
I consiglieri comunali in piazza Risorgimento, per chiedere le dimissioni di Rossi Paolo Colzani

Le polemiche dopo la sentenza del Consiglio di Stato di Roma, che mercoledì scorso ha bocciato le modalità con cui è stata realizzata l’operazione di integrazione societaria tra Aeb ed A2A, continuano a tenere banco.

Sabato sera, in occasione del concerto andato in scena in piazza Risorgimento a Seregno, con cui la Filarmonica Pozzoli ha voluto omaggiare la figura di Dante nel settecentenario della sua scomparsa, Tiziano Mariani, capogruppo consiliare di Noi per Seregno, Edoardo Trezzi, capogruppo della Lega, e gli altri consiglieri leghisti Gabriella Cadorin e Stefano Casiraghi hanno distribuito quattrocentocinquanta copie della prima pagina dell’edizione della Brianza Nord della nostra testata, che dava notizia dell’accaduto, chiedendo contestualmente le dimissioni del sindaco di Seregno Alberto Rossi, finito nell’occhio del ciclone dopo il pronunciamento di Palazzo Spada.

L’iniziativa delle minoranze non è piaciuta alla maggioranza di centrosinistra che governa la città, che l’ha considerata una strumentalizzazione di un appuntamento culturale importante. Intanto, le reazioni politiche fioccano senza soste. Rossi ha incassato il sostegno della coalizione che lo appoggia, che in un comunicato ha espresso «amarezza» per l’esito del lungo iter di fronte alla giustizia amministrativa e sottolineato la convinzione «della bontà e della validità del progetto», chiosando che «per avviare la nostra partecipata verso un percorso di sviluppo importante occorra percorrere con coraggio strade nuove e non permanere nell’immobilismo, come sino ad ora si è troppo spesso fatto».

Seregno, caso Aeb, Tiziano Mariani e la Lega: «Distribuite ai cittadini 450 prime pagine del Cittadino per chiedere le dimissioni del sindaco»
I consiglieri comunali in piazza Risorgimento, per chiedere le dimissioni di Rossi

In un altro comunicato, Fratelli d’Italia, che non ha una rappresentanza consiliare, ha manifestato, per bocca della presidente del Circolo di Seregno Samantha Baldo e del presidente provinciale Rosario Mancino, «preoccupazione nei confronti dell’inesperienza dell’attuale amministrazione comunale. È inammissibile, infatti, che la giunta del Partito democratico abbia portato avanti un’operazione societaria così complessa, senza vagliare attentamente i limiti che lo strumento utilizzato presentava». Baldo e Mancino hanno quindi proseguito: «A questo punto ci chiediamo: chi pagherà il danno erariale? Tutte le spese sostenute per le varie consulenze, chi le pagherà? Auspichiamo che chi ha sbagliato si assuma le proprie responsabilità e che non siano i cittadini seregnesi a dover pagare per l’incompetenza di qualcuno».

Luca Colombo, referente del movimento Insieme per Fare, ha di suo evidenziato che «sono stati compiuti errori che non solo hanno compromesso politicamente l’immagine di questa amministrazione, ma anche comportato un danno economico alla comunità di 800mila euro in parcelle pagate, che ora qualcuno sarà chiamato a rimborsare».

Il giro lo ha chiuso Lucrezia Ricchiuti, ex senatrice desiana ed ex esponente del Partito democratico, che in un post su Facebook ha scritto che «il consigliere comunale di Seregno Tiziano Mariani ha vinto la sua battaglia: era stato persino minacciato per aver esercitato un suo diritto. Ed ha avuto ragione su tutto. Giustamente gli amministratori di Aeb che hanno perseverato nell’errore e con arroganza e presunzione non hanno voluto prendere in considerazione le argomentazioni del consigliere Mariani o di chi aveva sollevato dei dubbi sull’operazione, devono dimettersi o essere dismessi perché hanno sbagliato tutto».