Sentenza Aeb-A2A: le minoranze chiedono le dimissioni del sindaco di Seregno e della presidente Bracchitta

Ora la tempesta si fa politica: dopo la sentenza del Tar che ha annullato le nozze tra Aeb e A2A, le minoranze di Seregno hanno chiesto le dimissioni del sindaco Alberto Rossi, dell’assessore alle Partecipate Pinuccio Borgonovo e della presidente di Aeb Loredana Bracchitta
Da sinistra, Tiziano Mariani, Elisabetta Viganò, Stefano Casiraghi, Chiara Novara, Edoardo Trezzi, Gabriella Cadorin ed Ilaria Cerqua
Da sinistra, Tiziano Mariani, Elisabetta Viganò, Stefano Casiraghi, Chiara Novara, Edoardo Trezzi, Gabriella Cadorin ed Ilaria Cerqua

Le minoranze consiliari seregnesi di centrodestra, alla luce della sentenza del Tar della Regione Lombardia, che ha bocciato l’operazione di integrazione societaria tra Aeb ed A2A, chiedono le dimissioni del sindaco Alberto Rossi, dell’assessore alle Partecipate Pinuccio Borgonovo e della presidente di Aeb Loredana Bracchitta. L’istanza è stata formalizzata lunedì, in una conferenza stampa ospitata dalla sede del gruppo consiliare della Lega, nell’edificio della Corte del cotone.

«Invito il sindaco, la giunta e l’azienda a riflettere molto -ha spiegato Tiziano Mariani, capogruppo di Noi per Seregno, che ha presentato una dei ricorsi finalizzati all’annullamento della delibera consiliare del 20 aprile 2020, propedeutica all’assemblea dei soci in cui è arrivato il sì all’intesa-. C’è la possibilità di ricorrere al Consiglio di Stato, ma quando si esprimerà? Tra due o tre anni? La sentenza del Tar è bene articolata, rimanda a più pareri dello stesso Consiglio di Stato e non ammette scuse. Il sindaco si deve dimettere e deve lasciare spazio a chi è capace di fare un’aggregazione in modo legittimo. Ora il mio prossimo passo, che credo sarà condiviso dalle altre forze di minoranza, sarà portare a conoscenza la vicenda della Corte dei conti, perché, dopo tutto quello che si è speso in consulenze, non si può affermare di aver scherzato. Il motivo per cui non è stata fatta la gara è già oggetto di attenzione da parte di chi deve far rispettare le leggi». Il riferimento qui è stato probabilmente alla visita nella sede di Aeb e degli uffici comunali della Guardia di finanza, che prima di Natale ha acquisito i documenti sull’operazione, nell’ambito di un’indagine contro ignoti.

«La situazione è imbarazzante -si è accodato il leghista Stefano Casiraghi-, per colpa del sindaco, che era il rappresentante del socio di maggioranza quando è stata decisa l’operazione e non può esimersi dalle sue responsabilità, scaricandole sulla presidente Bracchitta. Questo tanto più che la candidatura di Bracchitta, quando il bando fu appositamente riaperto, è stata protocollata da Stefano Silva, segretario del Partito democratico di Seregno. Perché il sindaco ha revocato in anticipo, prima del termine del loro mandato, due consiglieri di amministrazione di Aeb, con cui poi è stata definita una transazione? Perché è stato riaperto il bando per le candidature, favorendo la presentazione di quella di Bracchitta? Perché è stata portata in votazione la delibera in pieno lockdown, senza che ai consiglieri di minoranza fosse consegnata la due diligence? La precedente maggioranza si è dimessa nel 2017 per molto meno, per accuse di abuso d’ufficio. E gli approfondimenti della magistratura fin qui hanno prodotto solo assoluzioni».

Per quanto riguarda Forza Italia, la capogruppo Ilaria Cerqua ha puntato in particolare sulla mancanza di una gara per l’individuazione del socio: «Si è scelta una via che ha generato incertezza ed ora l’amministrazione se la deve prendere solo con se stessa. Sarebbe stata sufficiente una semplice manifestazione di interesse. Il Tar inoltre ci dice che è illegittimo non aver dato la documentazione ai consiglieri, rispetto ad un’operazione da 460 milioni di euro, e questo rimarrà per sempre». A rincarare la dose è stata poi l’altra forzista Chiara Novara: «La trasparenza è stata il motto di questa maggioranza fin dalla campagna elettorale, ma qui è mancata del tutto. Cosa volevano nascondere?». In ultima analisi, il capogruppo leghista Edoardo Trezzi ha chiosato senza mezzi termini: «Mi sarei aspettato le dimissioni di Borgonovo e Bracchitta. Borgonovo è inadeguato al ruolo. E con loro si deve dimettere il sindaco. Invece, sono incollati alla poltrona…».