Seicento pagine per raccontare i 70 anni di storia del Piccolo Cottolengo di Seregno

Il Don Orione di Seregno compie 70 anni. Sabato 24 ottobre a “L’Auditorium” di piazza Risorgimento presentazione del libro “Una storia da raccontare-il Piccolo Cottolengo di Seregno”, scritto in 600 pagine dall’orionino don Arcangelo Campagna. Modera Luigi Losa.
Don Arcangelo Campagna autore del libro "Una storia da raccontare" scritto in occasione del 70esmo di fondazione del don Orione di Seregno
Don Arcangelo Campagna autore del libro “Una storia da raccontare” scritto in occasione del 70esmo di fondazione del don Orione di Seregno Paolo Volonterio

“Una storia da raccontare-il Piccolo Cottolengo di Seregno”, il titolo del libro scritto dall’orionino don Arcangelo Campagna, che sarà presentato alla città di Seregno, sabato 24 ottobre, alle 20.30, a “L’Auditorium” di piazza Risorgimento. Moderatore Luigi Losa, con interventi di don Patrizio Dander, orionino, Paolo Cazzaniga e Carlo Perego, rispettivamente presidente e past president di Seregn de la memoria. Un libro di 612 pagine, illustrato da 800 fotografie edito da Velar di Gorle, per celebrare i 70 anni dell’istituzione in città.

Seicento pagine per raccontare i 70 anni di storia del Piccolo Cottolengo di Seregno
Don Arcangelo Campagna

Don Campagna, 80 anni, sacerdote da 52 anni, è in via Verdi dal 2016, ma con precedenti di altri 6 anni, scrittore è un appassionato di ricerche storiche a cui si dedica con molto interesse per molte ore al giorno e della notte. Per assemblare le oltre 600 pagine del libro ha impiegato più di un anno.
«Ho iniziato a fare ricerche – ha premesso – pensando di documentarmi e trasmettere avvenimenti e simpatici aneddoti che costituiscono il vissuto del Piccolo Cottolengo. Poi mi sono reso conto che la radice di tutto era la Divina Provvidenza. È lei che attraverso il filtro del carisma di don Orione e la collaborazione obbediente di uomini generosi, ha realizzato cose meravigliose».

Come ha iniziato il suo racconto? «Ho iniziato parlando di Seregno e di don Orione in Brianza, ma anche ponendomi la domanda se Giovanni Colli, il generoso benefattore a cui si deve la presenza dell’opera in città abbia mai incontrato don Orione. Dalle mie ricerche fatte nell’archivio di Roma che dagli scritti di don Orione non ho trovato alcun documento che lo confermi. È certo, invece, che don Orione sia venuto a Seregno, nel 1939, in occasione della traslazione da Agliate della signora Cornelia, moglie di Pasquale Pozzi. La testimonianza è del Venturelli che ha scritto i primi sei volumi del primo periodo della vita di don Orione, fino al 1912».

L’imponente opera tocca oltre alla nascita dell’opera di via Verdi è anche uno spaccato di storia, in cui si affronta anche il tema del modernismo avvertito da papa Leone XIII e lasciato in eredità a Pio X e con don Orione incaricato di intessere buoni rapporti anche in casi proibitivi. Come si può definire questa sua imponente opera? «È una storia – ha affermato don Campagna – degli ultimi che diventano il centro dell’interesse, il punto di riferimento di una realtà che coinvolge. I ragazzi sono gli ultimi, gli abbandonati e diventano un punto di riferimento perché don Orione lavorava già per loro con i suoi religiosi. È un messaggio di speranza rivolto agli uomini sfiduciati del nostro tempo».