Scuola, presidi balie e studenti accompagnati: un problema per tutti, in attesa dell’emendamento

I ragazzi delle scuole medie devono tornare a casa accompagnati da un adulto. Un genitore o un adulto delegato. Lo prevedono le circolari dei dirigenti dopo una sentenza della Cassazione. Un problema per tutti: scuole, famiglie, autisti di autobus, ragazzi.
Uscita da scuola
Uscita da scuola Cardini

Se ne è parlato tanto, se ne parla per una sentenza della Corte di Cassazione e perché le circolari delle scuole datano i primi giorni di novembre. Intanto, in attesa dell’emendamento che dovrebbe sistemare le cose, i ragazzi delle scuole medie devono tornare a casa accompagnati da un adulto. Un genitore o un adulto delegato. Un problema per molte famiglie costrette a cambiare una routine quotidiana già collaudata. E anche per le scuole.

La legge sul ritiro obbligatorio dei ragazzi delle scuole medie da parte dei genitori o di un delegato comunque adulto rende protagonisti loro malgrado anche i presidi e i docenti dell’ultima ora di scuola prima del suono della campanella d’uscita.

I dirigenti scolastici e i docenti hanno la custodia dei minori e quando si conclude la giornata scolastica devono “consegnarli” a persone autorizzate per sollevare il personale scolastico da ogni responsabilità.

L’argomento è molto sentito: se ne parla ora perché il 19 settembre la Cassazione ha condannato una scuola e il Ministero per la morte di un undicenne investito da un pullman all’uscita da scuola (era successo nel 2002 a Firenze). Le circolari dei presidi in tutta Italia si rifanno alle norme del codice civile, in questi giorni sono stati presentati degli emendamenti per modificare la legge e permettere ai genitori di autorizzare l’uscita autonoma dei figli. Come è stato finora nella maggior parte delle scuole secondarie di primo grado.

I dirigenti del Vimercatese – «Convocherò un Consiglio d’istituto– afferma il preside Umberto Pastori dell’istituto comprensivo Manzoni di Vimercate – cercando un difficile punto di equilibrio tra quella che è la responsabilità della scuola e quella che è l’autonomia dei ragazzi. Le possibili strade per risolvere la questione. assai complicata, sperando che comunque con gli emendamenti le cose possano cambiare, sono due: compilare una dichiarazione da parte dei genitori, che sebbene non solleva nessuno dalle proprie responsabilità, permetterebbe ai ragazzi di tornare a casa da soli e rendere inaccessibile alle auto piazza Martiri Vimercatesi all’ingresso e all’uscita di scuola per rendere il percorso più sicuro». Appuntamento per martedì 7 novembre.

La collega Gabriella Sesana del comprensivo Don Milani di Vimercate fa sapere che «sto studiando la situazione e aspetto di incontrarmi con altri presidi per trovare una linea comune sulla vicenda». Più avanti di tutti è la professoressa Antonella Colombo a capo delle scuole di Arcore che ha già convocato i genitori dei ragazzi delle medie per discutere l’argomento.

«Ho coinvolto tutti gli attori coinvolti ovvero docenti, genitori e consiglio d’istituto- ha detto la preside – Siamo in un paese senza grossi problemi di sicurezza però è chiaro che la regola da rispettare è quella di affidare i ragazzi ad adulti. Solo in casi particolari con le autocertificazioni da parte di mamme e papà potrò concedere ai ragazzi di tornare a casa da soli, anche se tutto ciò non libera dalla responsabilità la scuola».

Dalle scuole medie di Agrate il preside Antonino Pulvirenti dice di «confidare negli emendamenti per modificare la legge, perché così com’è la legge, la situazione è ingestibile». Mentre il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Concorezzo Marilena Schepis fa sapere che «riunirò il consiglio d’istituto per affrontare l’argomento».

Serve l’emendamento – Dal punto di vista normativo la situazione è chiara: qualsiasi soluzione, dalla liberatoria al regolamento di istituto, è poco più che carta straccia secondo Claudio Mereghetti, dirigente del comprensivo Don Camagni di Brugherio. Senza un emendamento alla legge in caso di incidente i giudici condannerebbero la scuola.

«Noi – spiega – stiamo ragionando con il consiglio d’istituto e con il comitato genitori per tentare di capire come comportarci» mentre alcuni presidi stanno organizzando un incontro con l’obiettivo di proporre una linea comune nell’intera Brianza.

Il provvedimento, aggiunge, non favorisce il processo di autonomia dei ragazzi: «C’è una sorta di contraddizione – commenta – da una parte si rende molto facile una serie di comportamenti e dall’altra si obbligano i genitori a venire a prendere i figli» con un’imposizione non basata sulla reciprocità.

«In ogni scuola – riflette Mereghetti – ogni mattina centinaia di studenti arrivano da soli, magari in bicicletta e nessuno si sogna di accusare le famiglie di abbandono di minore. Non si capisce, allora, perché l’imputazione dovrebbe valere per l’uscita».

L’autista dell’autobus – L’obbligo di affidare i ragazzi a una persona adulta all’uscita da scuola è un problema anche per gli autisti dei bus. «A norma di legge se alla fermata dei pullman non c’è un genitore o un suo delegato che può ritirare lo studente siamo costretti a riportare l’allievo a scuola – ha spiegato uno dei tanti conducenti dei bus che attendono l’uscita degli alunni dalla scuola media Monginevro di Arcore -. Questa è una follia perché noi abbiamo diversi servizi e trasporti da fare tutti i giorni e in molti casi i ragazzi abitano a pochi metri dalla pensilina del bus. Non possiamo certo tornare indietro e far scendere nuovamente il ragazzo davanti al plesso scolastico. Spero che trovino una soluzione adeguata e in tempi stretti».

Anche perché nel caso specifico di Arcore secondo le disposizioni del Comune dopo tre volte che uno studente alla fermata del bus non viene preso in custodia da un adulto potrebbe essere sospeso il servizio pullman per quel singolo allievo. Un doppio problema per quei genitori che magari lavorano e non possono portare o ritirare i propri figli da scuola.

La famiglia nei guai – Magari perché iscritti in un Comune diverso da quello di residenza. Come nel caso di una famiglia di Seregno con figlia alle scuole medie di Lissone.

«Vivo a Seregno, nella zona del Lazzaretto, e ho scelto di mandare mia figlia a scuola qui proprio per una comodità logistica – racconta una mamma – È in prima media e in base alle giornate o va con un’amica a casa di quest’ultima, che si trova proprio nel quartiere Santa Margherita; oppure, sempre assieme all’amica, prende un pullman di linea che la lascia vicinissima a casa nostra. Se l’avessi mandata alle medie di Seregno, distanti da casa, il pullman di linea non ci sarebbe stato».

La circolare del dirigente scolastico prevede che se all’uscita da scuola non c’è un adulto ad attendere i ragazzi, dopo 15 minuti con un collaboratore scolastico, la segreteria è autorizzata ad allertare la polizia locale cosicché siano i vigili a riaccompagnare a casa l’adolescente.

«Mi rendo conto di tutti i disagi – ha commentato al Cittadino Sergio Lonoce -. Ma questa sentenza ha creato un precedente che attribuisce la responsabilità totale dell’”abbandono di minori” alla scuola. Tutelare la scuola (sottoscritto e docenti) dalla responsabilità penale non è una mia scelta, ma l’applicazione di una norma».

In attesa dell’emendamento.

(*hanno collaborato Michele Boni, Monica Bonalumi, Federica Signorini)