Scuola, per i genitori di Monza lo spettro del rientro è la didattica a distanza

In un sondaggio le famiglie dei studenti delle scuole di Monza hanno dato una opinione sulla didattica a distanza: una famiglia su tre “non vuole pensarci”, anche se il giudizio generale ha i suoi lati positivi. Domande sollevate da un gruppo di mamme e papà attraverso i questionari.
Monza: mibattito nelle famiglie sul ritorno a scuola a settembre
Monza: mibattito nelle famiglie sul ritorno a scuola a settembre Fabrizio Radaelli

Alla didattica a distanza, da settembre, “non vogliono nemmeno pensarci”: l’ha dichiarato il 31,5% dei genitori di Monza coinvolti. Il 30,2%, invece, considera la Dad un’opzione “complementare, integrativa e non sostitutiva alla presenza”.

Hanno le idee chiare gli 837 genitori di bambini che frequentano le scuole elementari della città e che hanno risposto al questionario elaborato da un gruppo di mamme e papà e diffuso nei giorni scorsi grazie anche alla collaborazione delle consulte di quartiere. Alla versione dedicata alle primarie è subito stato affiancato un secondo modello, pensato per i genitori degli studenti delle medie: in questo caso, ad aver risposto alle domande sono state 403 famiglie – e solo il 16,1% di loro ha stroncato una possibile riattivazione della didattica a distanza, tornando a quel famoso “non voglio nemmeno pensarci”.

Grazie a una maggiore autonomia dei figli, il 51,4% dei genitori ha risposto di voler considerare, da settembre, la Dad come uno strumento integrativo: a loro si accompagna un 22,3% di “la utilizzeremo di nuovo, se proprio sarà necessario”.

Ovviamente è l’età dei figli a rappresentare il discrimine maggiore: «Gli iscritti alle primarie sono stati meno autonomi nella gestione della Dad, nell’utilizzo delle piattaforme e delle videolezioni ma, soprattutto nella restituzione dei compiti – hanno spiegato Augusta Leante e Paola Dorenti, tra le promotrici dell’iniziativa – Per il 79% dei bambini delle primarie la figura di riferimento è stata la madre, percentuale che è scesa al 56,8% per gli allievi delle medie».

E se in linea di massima la Dad è stata valutata positivamente perché ha comunque permesso ai più piccoli di mantenere un rapporto con gli insegnanti e con i compagni e, ai più grandi, ha consentito invece di proseguire con lo svolgimento dei programmi, non sono mancate – soprattutto nei commenti ai questionari – segnalazioni su limiti e difficoltà dello strumento e, anche, sulla necessità di un aggiornamento tecnologico da parte dei docenti. Ma l’indagine non è fermata qui: ha messo anche in evidenza che eventuali turnazioni sarebbero ingestibili a livello familiare per il 67,5% dei genitori con figli alle primarie e per il 52,4% di quelli che hanno figli che frequentano le medie.

«Abbiamo intenzione di condividere i dati – hanno spiegato Dorenti e Leante, entrambe attive nella consulta di Centro – San Gerardo – con i dirigenti scolastici e con le istituzioni, per diffondere i desiderata delle famiglie su una questione tanto delicata e offrire la nostra disponibilità al dialogo e al confronto».