Scuola: mezzi pubblici in ritardo, due istituti tagliano il sabato

Gli istituti Ferrari e Olivetti di Monza dal prossimo anno scolastico avranno la “settimana corta”. Niente più lezioni il sabato per una decisione strettamente collegata ai disagi legati ai mezzi pubblici usati dagli studenti.
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Monza Autobus urbano linea Net Fabrizio Radaelli

Gli istituti Ferrari e Olivetti di Monza dal prossimo anno scolastico avranno la “settimana corta”. Niente più lezioni il sabato. Questa la grande novità che Renata Cumino, la dirigente di entrambe le scuole superiori, ha presentato ai genitori, durante gli open day e che ha riscosso grande successo. Per le due scuole le lezioni saranno da lunedì a venerdì, con dei rientri pomeridiani, che devono essere valutati e approvati in questi giorni. In entrambi i plessi il consiglio d’istituto ha deliberato favorevolmente l’innovativa proposta strettamente collegata ai disagi legati ai mezzi di trasporto che hanno, da sempre, ripercussioni anche in ambito scolastico.

«È una decisione su cui abbiamo ragionato molto – spiega la dirigente – per rispondere ad un’esigenza della nostra utenza che si muove con i mezzi pubblici. Molti alunni provengono da fuori città e si spostano con gli autobus, la situazione dei trasporti è ben nota e le ripercussioni a scuola sono diverse».

Ogni giorno sono diversi gli alunni che arrivano in ritardo o che chiedono di uscire qualche minuto prima perché, se perdono una corsa, devono aspettare molto per quella successiva. Così la scuola ha cercato una soluzione, come prosegue la dirigente: «Abbiamo pensato di modificare il nostro modo di fare scuola organizzando le ore curriculari su cinque giorni, non più sei. Nei prossimi giorni valuteremo se fare uno o due rientri pomeridiani. Faremo un’analisi coinvolgendo i ragazzi, i genitori, i docenti e il personale per capire quale soluzione sia la migliore».

Proprio le famiglie, quando è stata presentata quest’ipotesi l’hanno accolta con grande entusiasmo, perché se in settimana i trasporti sono soggetti a ritardi il sabato è anche peggio, le corse diminuiscono e per gli studenti è un grosso disagio.
«Chi ha espresso qualche perplessità – continua Renata Cumino – sono stati i ragazzi più grandi. In parte perché ormai abituati ma anche perché timorosi di verifiche o interrogazioni il giorno successivo a quello “con un orario più lungo”. Un’osservazione interessante che dobbiamo prendere in considerazione. Si tratta di organizzare 32 ore settimanali, valutando anche le attività di laboratorio e i relativi rientri che da sempre vengono fatti».

Una proposta che certamente ha colpito i genitori dei futuri primini, visto che al Ferrari c’è stato un grosso incremento tra le iscrizioni, quasi raddoppiate, anche all’Olivetti, stando ai giorni successivi alla chiusura delle iscrizioni, si è registrato un aumento del 10 percento.