Scuola, il girone infernale dell’ex Antonini: a Mombello droga, sporco e riti satanici

Dopo aver raccolto e differenziato 136,5 kg di rifiuti nei mesi scorsi, gli studenti dell’istituto agrario “Luigi Castiglioni” di Limbiate tornano ad occuparsi del degrado degli spazi che circondano la loro scuola. E hanno trovato anche resti di riti satanici.
pulizia di domenica
pulizia di domenica Fabio Cavallari

Dopo aver raccolto e differenziato 136,5 kg di rifiuti nei mesi scorsi nell’ambito del progetto europeo eTwinning “Eco-friendly High School”, gli studenti dell’istituto agrario “Luigi Castiglioni” di Limbiate tornano ad occuparsi del degrado degli spazi che circondano la loro scuola.

In occasione della “Giornata del verde pulito” indetta dalla Regione, una dozzina di loro hanno indossato ancora una volta i guanti da lavoro per raccogliere parte della sporcizia presente nel comparto dell’ex ospedale psichiatrico Antonini di Mombello.

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Ad aiutarli c’erano anche le professoresse Raffaella Vergombello, Patrizia Zafferami e Rosalia Mantegazza, una rappresentante della comunità di famiglie “Il Montebello”, alcuni genitori e addirittura la nonna di un alunno.


Il lavoro del gruppo, composto complessivamente da trentina di persone, ha permesso di rinvenire maschere utilizzate per fare riti satanici, latte di olio, estintori, numerose tapparelle, la portiera di un’automobile, una sedia di plastica, un seggiolino da neonato, un carrello del supermercato e un cumulo di polistirolo bruciato. Quella di domenica mattina è stata l’occasione per avere la conferma del fatto che i locali dell’acquedotto, dopo la chiusura delle scuole, sono frequentati da tossici e spacciatori che non hanno problemi a fare i propri bisogni fisiologici sul posto. La presenza di personaggi loschi e di numerose discariche abusive non fanno che rinforzare le richieste di rendere inaccessibili queste aree in orari serali e notturni, anche se trovare un accordo tra gli enti proprietari, vale a dire Provincia, Ats e azienda ospedaliera “Salvini” sembra alquanto difficile.

«Grazie anche alla partecipazione al progetto di respiro europeo – dichiarano le tre professoresse che hanno promosso l’iniziativa –, i ragazzi sono sensibili su tematiche ambientali. È stato un ulteriore elemento di stimolo per trasmettere agli studenti il rispetto per la natura».