Scuola, esame di maturità per quasi 7mila ragazzi in Brianza (2.748 a Monza): come funziona

Tutti pronti ai blocchi di partenza: quasi 7mila studenti per un totale di 318 classi affrontano da mercoledì 16 giugno l’esame di maturità.
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Fabrizio Radaelli

Tutti pronti ai blocchi di partenza: al via, mercoledì 16 giugno, c’è il tanto atteso esame di Stato. Sono migliaia i ragazzi per un totale di 318 classi. Significa un esercito di studenti: dai Comuni della Brianza affronteranno le prove 6.798 candidati interni, mentre i privatisti sono 184, riferisce l’Ufficio scolastico territoriale. Nella sola città di Monza – il capoluogo ha la più alta concentrazione di istituti superiori in provincia – sono 2.642 candidati interni e altri 106 esterni.

Le 159 commissioni in Brianza sono state nominate, molti presidenti saranno proprio i dirigenti delle scuole del primo ciclo, una novità di quest’anno, altri invece saranno docenti. Questa scelta ha fatto sì che, in poco tempo, tutti fossero al completo.

Quest’anno non ci saranno “aiuti” per le ammissioni: ogni studente è valutato secondo i parametri precedenti la pandemia con un’attenzione però alla situazione altalenante che ha segnato l’anno.

La prova esclusivamente orale è un colloquio in presenza che dovrebbe durare circa un’ora per ogni candidato. Il punto di partenza abitualmente è la tesina realizzata dal singolo studente.

A seguire il candidato dovrà affrontare un breve testo scelto tra quelli affrontati nel corso dell’anno. La terza parte dell’esame affronta le materie di studio qualificanti del percorso di studio. Al termine, l’analisi del percorso di alternanza scuola lavoro.

Il voto finale prende in considerazione i crediti scolastici raccolti nel corso degli ultimi tre anni, che possono arrivare a 60 dei 100 centesimi del voto possibile, il restante 40 dipende dai risultati del colloquio. Gli studenti possono ottenere la lode.

«Quest’anno siamo certamente più preparati dello scorso anno – evidenza Guido Garlati, dirigente del Mosè Bianchi – sia per la prova orale che per i protocolli sanitari. Il fatto che abbiano nominato i presidenti di commissione, coinvolgendo i dirigenti del primo ciclo, fa ben sperare. Ogni singola scuola ha ragionato sui criteri di ammissione, non come lo scorso anno quando tutti sono stati ammessi e promossi. C’è stato un ritorno alla normalità. Certo vengono valutati i singoli casi prima di prendere decisioni, come ha detto la nota ministeriale, e con attenzione visto l’anno che abbiamo passato. Sappiamo bene le infinite quarantene e i mesi in cui i ragazzi sono stati chiusi in casa».

Al momento il trend dei contagi è in netta diminuzione ma, proprio per evitare casi che possano impedire agli alunni di sostenere l’esame finale, molte scuole hanno optato per lasciare a casa gli studenti dell’ultimo anno nell’ultima settimana, così da evitare possibili contagi.

«Ho personalmente salutato tutti i maturandi – continua il dirigente del Mosè Bianchi- ricordando loro che la scelta di lasciarli a casa in didattica a distanza per quest’ultimo momento è stata presa per il loro bene. Ho chiesto loro di dimostrare maturità evitando possibili situazioni di rischio, altrimenti tutti gli sforzi fatti sino a ora sarebbero stati vanificati. Spero mi abbiano ascoltato. Il corpo docente è quasi interamente vaccinato anche con la seconda dose e questo rende la situazione molto più serena e tranquilla per tutti».

A Vimercate saranno circa 800 gli alunni degli istituti Banfi, Floriani, Einstein e Vanoni che si siederanno di fronte alle commissioni, composte dai loro professori e da un presidente esterno, per esporre l’elaborato, svolto a maggio, incentrato sulle materie che caratterizzano i singoli indirizzi e per sostenere il colloquio che dovrebbe concludersi nel giro di un’ora. Apparentemente la cancellazione delle prove scritte, suggerita come lo scorso anno dai lunghi periodi di lezione a distanza alternati a quelli in classe, potrebbe rendere meno temibile la prova, eppure non tutti i ragazzi potrebbero gradire questa sorta di maturità dimezzata.

«Gli studenti – spiega il preside del liceo Banfi Giancarlo Sala – provengono da due anni difficili e la mancanza degli scritti potrebbe non essere apprezzata da tutti».

Avrebbe preferito un esame vecchia maniera chi non si sente a proprio agio durante le interrogazioni e chi, molto sicuro delle proprie conoscenze, avrebbe voluto dimostrare quanto appreso finora. Al Banfi saranno interrogati 190 ragazzi suddivisi in 4 classi dello scientifico, 3 del liceo delle scienze applicate e una del classico: gli esami dovrebbero terminare entro i primi giorni di luglio. Gli insegnanti, aggiunge il dirigente, terranno conto del programma svolto, per forza di cose ridotto rispetto al passato, delle esperienze di alternanza scuola-lavoro, delle capacità di effettuare i collegamenti tra le diverse materie: a conti fatti la prova peserà sulla valutazione finale per non più di 40 crediti, a fronte dei 60 del passato.

«Gli ultimi due anni – conclude Sala – vanno metabolizzati alla luce della situazione complessiva: pur con tutti i suoi limiti, la dad ha prodotto risultati e il liceo deve, più che altro, insegnare un metodo di studio in vista dell’ingresso all’università».

Sono circa 200 gli studenti del Floriani attesi dall’esame: «È stato un anno molto difficile per tutti – commenta il preside Daniele Zangheri – speriamo che il futuro sia migliore».

«Non è stato facile – concorda la sua collega dell’Einstein Michelina Ciotta – i ragazzi hanno subìto i periodi di distacco dalla scuola, ma gli insegnanti hanno cercato di prepararli al meglio sia durante le lezioni in classe che durante la dad».
I circa 200 alunni, tra cui quelli della sezione serale, hanno avuto modo di dimostrare le loro competenze nell’elaborato incentrato sulle discipline tecniche e scientifiche consegnato nei giorni scorsi: «All’orale – precisa la dirigente– potranno esporlo e costruire un discorso spaziando tra altre materie».

Quest’anno, a differenza del 2020, qualche ragazzo potrebbe rischiare di essere bocciato mentre qualcuno non è stato ammesso.