Scontri a Monza: il sindaco invoca il ministro Minniti sul Foa e fa il conto dei danni

Il centro sociale di Monza in via Ghilini deve essere sgomberato: il sindaco Dario Allevi inviterà il prefetto, il questore di Milano e il ministro dell’Interno a liberare l’ex struttura sportiva. Lo ha detto in consiglio comunale all’indomani degli scontri in centro città.
Monza Consiglio comunale: dibattito sui fatti di cronaca del fine settimana
Monza Consiglio comunale: dibattito sui fatti di cronaca del fine settimana Fabrizio Radaelli

Il centro sociale di Monza in via Ghilini deve essere sgomberato: il sindaco Dario Allevi inviterà il prefetto, il questore di Milano e il ministro dell’Interno a liberare l’ex struttura sportiva. Il primo cittadino ha annunciato le prossime mosse lunedì in consiglio comunale, all’indomani di quello che ha definito un «weekend di ordinaria follia».

Gli uffici, ha spiegato, stanno quantificando i danni provocati dagli «eroi di cartapesta o vigliacchi» che tra venerdì e sabato hanno distrutto le fioriere in corso Milano, deturpato la lapide che all’Urban center ricorda gli oppositori del nazifascismo e avviato la sassaiola al mercato.

«Presenteremo – ha annunciato – una denuncia contro ignoti e ci costituiremo parte civile al processo. Vogliamo dal ministro risposte certe: basta tollerare sacche di illegalità». Nel suo intervento ha condannato le violenze, ha negato ogni alibi ai giovani incappucciati e ha criticato quella parte del Pd che «soffia sul fuoco delle teste bacate con comunicati stampa che possono generare la violenza».

Nel partito che, ha detto, dovrebbe abbandonare l’aggettivo “democratico”, convivono gli atteggiamenti di ferma condanna degli scontri del capogruppo Egidio Riva e quelli del segretario cittadino Alberto Pilotto che ha utilizzato toni diversi.
«Le elezioni – ha incalzato rivolto alla minoranza – non vi hanno insegnato nulla: i vostri attacchi sono un disco rotto. Io non metterò il bavaglio a nessuno purché agisca nei termini di legge».

Non negherà, come peraltro non ha fatto Roberto Scanagatti, la possibilità di allestire i banchetti a Casa Pound e Forza Nuova e ha motivato il rifiuto della Sala Maddalena per la presentazione del testo revisionista con la vicinanza con il Giorno della memoria e il comportamento degli organizzatori che hanno pubblicizzato la serata prima di chiedere lo spazio al Comune. «Ringrazio Franco Isman – ha concluso il sindaco – perché ha scritto che lo squadrismo non ha colori né giustificazioni».

«Le questioni politiche – ha affermato Riva – sono diventate di ordine pubblico. Il prefetto ha sottovalutato» la vicenda. Il trasferimento dell’incontro all’Urban center, a suo parere, non ha risolto il problema: la presentazione del libro aveva un «carattere provocatorio» ma è stata «tollerata». Il democratico ha, inoltre, invitato i politici locali a evitare toni eccessivamente accesi: «C’è chi – ha riflettuto – non pesa le parole, le utilizza come piume mentre sono macigni». Il riferimento esplicito è al candidato del centrodestra alle regionali Attilio Fontana che la scorsa settimana ha invocato la difesa della razza bianca.

Va condannato, ha sostenuto il capogruppo forzista Francesco Cirillo, chi fa dell’antifascismo un pretesto per lanciare sampietrini e impedire di esprimere il proprio pensiero a chi ha opinioni differenti. «La diplomazia non porta da nessuna parte – ha tagliato corto il leghista Alberto Mariani – è arrivato il momento di chiudere il centro di via Ghilini».