Scarse tutele economiche, pochi uomini e sedi limitate: protesta dei vigili del fuoco a Milano, annunciati 4 giorni di sciopero

I vigili del fuoco sono scesi in strada a Milano per protestare contro esiguità di sedi e uomini di Lombardia e un inadeguato riconoscimento economico. Per questo motivo hanno proclamato cinque giornate di sciopero.
Un momento della protesta di Milano
Un momento della protesta di Milano

Vigili del Fuoco da tutta la Lombardia in piazza a Milano venerdì 15 novembre, davanti alla prefettura, nella giornata di mobilitazione nazionale organizzata da diverse sigle sindacali che chiedono al governo risposte concrete rispetto alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori del corpo, a partire dal potenziamento degli organici.

In Lombardia i vigili del fuoco operativi sono solo 2.896 e devono coprire più di 1.500 comuni. Insufficienti sono anche le sedi: in tutta la nostra regione ci sono «solo 54 sedi terrestri e 4 aeroportuali (Malpensa, Linate, Orio al Serio, Montichiari)» spiegano i manifestanti. I sindacati, settore funzione pubblica, chiedono «più assunzioni e soluzioni più strutturate per la Lombardia, poiché la dotazione è del 30% inferiore rispetto alla pianta organica prevista dal ministero e questo vuoto si compensa grazie agli straordinari e ai volontari». A sostegno di questa vertenza sono state proclamate quattro giornate di sciopero: il 21 novembre dalle ore 16 alle 20, il 2 dicembre dalle 10 alle 14, il 12 dicembre dalle 16 alle 20, il 21 dicembre dalle 10 alle 14.

«Siamo stanchi – affermano le sigle sindacali lombarde – che i vigili del fuoco siano ricordati quando ce n’è bisogno o, peggio ancora, quando qualcuno perde la vita compiendo il suo lavoro, come è successo ai colleghi di Alessandria».

Oltre a chiedere un adeguato riconoscimento economico della loro specificità professionale, i sindacati denunciano la mancanza di un sistema previdenziale che consenta ai lavoratori e alle lavoratrici del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco di vedersi garantire una pensione adeguata alle aspettative di vita. Ma anche che agli stessi venga data un’assicurazione Inail per tutelarli contro infortuni e malattie professionali. «Il governo latita nel dare risposte alle nostre richieste approfittando del forte spirito di sacrificio e di responsabilità che contraddistingue questa categoria, in grado, malgrado un organico sottodimensionato, di garantire ai massimi livelli il soccorso, anche mettendo a rischio la loro vita».