Sanità, scandalo protesi: il chirurgo Bestetti trasferito agli arresti domiciliari

Fabio Bestetti, uno dei chirurghi del Policlinico di Monza coinvolti nell’inchiesta Disturbo sullo scandalo protesi, è agli arresti domiciliari da martedì. Restano in via Sanquirico Marco Valadè (Policlinico) e Claudio Manzini (Clinica Zucchi).
La conferenza stampa dell’inchiesta sullo scandalo protesi
La conferenza stampa dell’inchiesta sullo scandalo protesi Redazione online

Fabio Bestetti, uno dei chirurghi coinvolti nell’inchiesta Disturbo sullo scandalo protesi, è agli arresti domiciliari da martedì. Il medico del Policlinico di Monza, difeso dall’avvocato Attilio Villa, ha lasciato il carcere, dove si trovava a seguito di ordinanza di custodia in carcere emessa dal gip Federica Centonze con accuse di corruzione.
L’indagine ha coinvolto anche altri due ortopedici: Marco Valadè, anche lui del Policlinico, e Claudio Manzini, chirurgo di fama indiscussa che prestava servizio alla clinica Zucchi.

Anche loro sono finiti in carcere, come i due responsabili della Ceraver Italia, l’azienda produttrice di protesi chirurgiche che i professionisti brianzoli avrebbero impiantato in cambio di agevolazioni economiche, compensi, regali di vario tipo come cene, alberghi e trasferte pagate a congressi, pubblicazioni su riviste di settore.
Sono il brianzolo Marco Camnasio, di Seregno, e il riminese Denis Panico. Da quanto appreso, mercoledì il pm Manuela Massenz, titolare dell’inchiesta, ha interrogato Panico, il quale punta ad un alleggerimento della misura. Panico, già nel primo interrogatorio davanti ai magistrati di Rimini, ha sostanzialmente ammesso le accuse, chiedendo di essere scarcerato.

Il gip monzese, in questi giorni, ha invece respinto la richiesta di arresti domiciliari presentata da Marco Camnasio, agente per conto della Ceraver Italia (società affiliata ad un gruppo francese). L’istanza di poter tornare nella sua casa di Seregno dove Camnasio vive con la moglie e i figli piccoli era stata presentata dai suoi difensori, gli avvocati Gaetano Braghò e Riccardo Truppo, dopo l’interrogatorio di garanzia seguìto all’arresto. I legali stavano valutando l’opportunità di preparare il ricorso al Tribunale del riesame di Milano.