Salute, per i malati cronici arriva il “medico gestore”

Regione Lombardia si prepara a varare una nuova svolta nel sistema sanitario: il paziente affetto da patologie croniche passerà a un medico gestore. Inizio sperimentazione nei primi mesi del 2018.
Monza controllo Ipertensione
Monza controllo Ipertensione Fabrizio Radaelli

Prenotare, organizzare, prescrivere? Tra poco in Lombardia ci penserà il medico gestore. Almeno se si è affetti da patologie croniche.

La Regione si prepara a varare una nuova svolta nel sistema sanitario. Nei primi mesi del nuovo anno inizierà a testare gradualmente su gruppi di pazienti che “anche in base ai consumi di prestazioni sanitarie e sociosanitarie effettuati, risultano essere affetti da patologie croniche o in condizioni di fragilità da almeno due anni”.

L’intenzione dichiarata dalla giunta Maroni è di creare “un medico gestore” che “organizza tutti i servizi sanitari e sociosanitari per rispondere ai bisogni del singolo paziente, programmando prestazioni ed interventi di cura specifici, prescrivendo le cure farmacologiche più appropriate, alleggerendo così il paziente dalla responsabilità di prenotare visite ed esami”. Ma non si tratta in realtà di un medico di base come siamo abituati a conoscere: si tratta di “medici di medicina generale o pediatri di libera scelta appartenenti ad aggregazioni funzionali”, come le cooperative oppure “strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private accreditate”.

Non sono del tutto esclusi i tradizionali medici di base, ma potranno svolgere le funzioni di co-gestore e accompagnare il paziente nel percorso di cura i pazienti in associazione con un soggetto gestore.

Saranno i pazienti ad aderire alla proposta in un percorso che parte proprio dalla scelta del proprio gestore: sul sito dell’Ats della Brianza, che comprende anche Lecco oltre alla provincia di Monza, gli elenchi pubblicati degli enti ritenuti idonei comprendono venti nomi (dagli Istituti clinici Zucchi a al Policlinico, passando da La Meridiana due) e sei aggregazioni di medici, mentre la lista di medici co-gestori comprende circa duecento nominativi, ma scorrendo la lista si intuisce che la prevalenza appartiene al distretto di Lecco. Quelli appartenenti al distretto di Monza sono in tutto ventisette, quelli sotto Vimercate trentatré.

Non molti, a ben vedere, dal momento che sotto Monza rientrano i Comuni di Desio, Bovisio Masciago, Brugherio, Cesano Maderno, Limbiate, Muggiò, Nova Milanese, Varedo, Villasanta. E sotto Vimercate tutti gli altri Comuni della Brianza non lecchese.

Con la scelta del gestore, dice Regione Lombardia, “il cittadino sceglie a chi affidare la cura della propria patologia, l’organizzazione e la gestione del relativo percorso terapeutico. Il medico gestore garantisce il coordinamento e l’integrazione tra i differenti livelli di cura e i vari attori del Sistema sanitario e sociosanitario lombardo”. E ancora: “Fortemente innovativo risulta il principio di responsabilizzazione (empowerment) del medico gestore, ma anche del paziente. Solo il cittadino può dare l’avvio o concludere il percorso di presa in carico, ed eventualmente fare richiesta motivata all’Ats per la sostituzione del proprio gestore”.

E allora ipertensione, diabete, colesterolo in eccesso, cardiopatie, ipotiroidismo: sono una sessantacinque le patologie incluse nel progetto che girerà attorno al Pai, il piano di assistenza individuale.

«È lo strumento per la programmazione e la pianificazione personalizzata del percorso di cura – aggiunge la Regione – Al suo interno sono racchiuse tutte le prestazioni, visite ed esami, e le prescrizioni farmacologiche che un paziente cronico deve effettuare nell’arco di un anno, relativamente alla sua specifica patologia. Il flusso di informazioni contenute all’interno del Pai è informatizzato e pubblicato sul Fascicolo sanitario elettronico del cittadino. È così accessibile a tutti i professionisti sanitari chiamati a concorrere all’attuazione del programma delle cure”.

Dopo l’ufficializzazione del proprio gestore viene fatto un “contratto” tra paziente e medici che dura un anno e non si rinnova automaticamente. A quel punto vengono programmati per dodici mesi “ tutti gli interventi sanitari e sociosanitari necessari per un miglior controllo della sua patologia, garantendo così cure più appropriate, controlli puntuali e periodici”.