Salute, Monza sulla rivista Lancet per lo studio internazionale su una leucemia rara

La ricerca con cuore a Monza protagonista sulla rivista scientifica Lancet Haematology. È stato pubblicato lo studio internazionale coordinato dal centro di emato-oncologia pediatrica della Fondazione Monza e Brianza per il Bambino e la sua Mamma sulla cura di una particolare forma di leucemia.
Monza ricercatori Fondazione Monza Brianza per il bambino e la sua mamma: al centro il professor Andrea Biondi
Monza ricercatori Fondazione Monza Brianza per il bambino e la sua mamma: al centro il professor Andrea Biondi

La ricerca con cuore a Monza protagonista sulla rivista scientifica Lancet Haematology. È stato pubblicato infatti lo studio internazionale coordinato dal centro di emato-oncologia pediatrica della Fondazione Monza e Brianza per il Bambino e la sua Mamma (MBBM) che ha dimostrato come, se somministrato precocemente, un farmaco già in uso (l’imatinib) ma con modalità diverse possa bloccare la malattia in pazienti affetti da una particolare forma di leucemia (la Leucemia Linfoblastica Acuta Philadelphia positiva) e aumentare in modo significativo le possibilità di guarigione. Per evitare “il trapianto di cellule staminali ematopoietiche nella maggior parte dei pazienti mantenendo una buona prognosi della malattia”, spiega la nota dei ricercatori.


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Lo studio clinico, sostenuto da finanziamenti pubblici e da enti non profit, è stato coordinato dal Centro di emato-oncologia pediatrica della Fondazione MBBM e ha coinvolto 78 centri in tutto il mondo.

“Data la rarità di questa forma di leucemia, solo l’impegno comune di studi cooperativi internazionali possono produrre le evidenze scientifiche necessarie per il miglioramento delle conoscenze della malattia e del suo trattamento – commenta Andrea Biondi, direttore della clinica pediatrica dell’Università di Milano Bicocca, direttore scientifico della Fondazione Monza e Brianza per il Bambino e la sua Mamma e primo autore – Il nostro è uno studio accademico internazionale su questo particolare tipo di leucemia che ha coinvolto, dal 2010 ad oggi, undici gruppi di studio dislocati in diverse parti del mondo”.

Oltre a Virginie Gandemer, del Centro ospedaliero-universitario Hopital Sud di Rennes in Francia, primo autore insieme al professor Biondi, il gruppo di studio è composto da ricercatori europei – provenienti da Francia, Germania, Italia, Svezia, Olanda, Regno Unito, Repubblica Ceca – e extra-europei, Cile e Hong Kong.

Il team monzese è composto da Andrea Biondi, Valentino Conter e Veronica Leoni (pediatri emato-oncologi), Giovanni Cazzaniga (biologo, direttore del Laboratorio Tettamanti), Paola De Lorenzo (biostatistico) e Maria Grazia Valsecchi (prof. di statistica medica dell’Università di Milano Bicocca, supervisore del Centro di Statistica Tettamanti).

Le leucemie sono il tumore più frequente in età pediatrica, in Italia si diagnosticano circa 500 casi all’anno. Nell’80% dei casi si tratta di leucemie linfoblastiche acute (LLA) e di queste, circa il 4%, è caratterizzato da un’anomalia del cromosoma 22, chiamato Philadelphia. Questo tipo di leucemia viene definita Leucemia Linfoblastica Acuta Philadelphia positiva (LLA Ph+).