Sacramentine di Monza, il focolaio covid non risparmia suor Serafina

Sacramentine di Monza: l’epidemia Covid che ha colpito il convento di via Italia non risparmia suor Serafina, morta a 98 anni alla vigilia di Pasqua. La madre superiora: «Lei com altre sorelle chiamate per la seconda dose del vaccino senza aver avuto ancora la prima».
Monza Chiesa Sacramentine
Monza Chiesa Sacramentine Fabrizio Radaelli

Si è spenta alla vigilia di Pasqua suor Serafina Maria della Sacra famiglia, una delle sacramentine più anziane della comunità di via Italia, deceduta per il Covid – 19 che ha contagiato anche tutte le altre consorelle. La monaca aveva 98 anni. I funerali si sono svolti martedì nel duomo di Monza.

L’adoratrice perpetua del Santissimo Sacramento, al secolo Ernesta Casiraghi, era nata a Missaglia nel 1923. Aveva iniziato a lavorare fin da piccola, dopo la morte del padre, per aiutare la famiglia. Era riuscita a entrare in monastero a Monza solo a 22 anni, al termine della Seconda guerra mondiale.

Sacramentine di Monza, il focolaio covid non risparmia suor Serafina
Monza Suor Serafina Maria

«Di animo mite e dolce, ha svolto qualunque lavoro le fosse affidato – raccontano le consorelle della sua comunità – Era sempre serena e sorridente».
Otto anni fa fu colpita da un ictus che la privò della parola. «Accettò questa menomazione, come tutti gli altri problemi di salute che con gli anni si accumularono, con serenità, mantenendo quel sorriso che la contraddistingueva», continuano dal monastero.

Da oltre due settimane è scoppiato un focolaio all’interno del monastero di via Italia.

«Sembra incredibile ma la Regione ha provveduto a chiamare ognuna delle consorelle anziane per ricordare di sottoporsi alla seconda dose di vaccino – raccontava nei giorni scorsi la superiora madre Maria Benedetta – Peccato però che nessuna di loro abbia ancora ricevuto la prima dose, dal momento che la chiamata per loro è arrivata quando eravamo tutte in quarantena da giorni. L’inefficienza del piano vaccinale continua a farsi sentire. Mi pare evidente a questo punto che ci sia più di una falla nel sistema organizzativo regionale».

Ma non solo. «Anche suor Serafina, che è morta lo scorso 3 aprile proprio perché nessuno ha provveduto a vaccinarla in tempo, ha ricevuto la chiamata per la seconda dose del vaccino. Senza aver mai potuto sottoporsi nemmeno alla prima dose. Davvero una situazione assurda».