Rubò 1 milione di euro all’azienda per champagne, viaggi e vestiti: segretaria condannata

Una segretaria a processo con l’accusa di avere rubato quasi 1 milione di euro alla sua azienda ha patteggiato la pena al tribunale di Monza. Diversi gli acquisti effettuati nel tempo: dallo champagne ai trattamenti estetici, fino ai viaggi e vestiti per bambini.
Il tribunale di Monza
Il tribunale di Monza

Dipendente “infedele” è stata condannata a Monza a una pena di un anno e 6 mesi di reclusione (pena sospesa) e mille euro di multa per appropriazione indebita. Secondo il tribunale una segretaria di 37 anni, domiciliata a Monza, si sarebbe impossessata di oltre 950mila euro asportandoli dalle casse di un’azienda di Merate in provincia di Lecco.

All’esito della conclusione delle indagini preliminari, in sede di interrogatorio, l’imputata aveva respinto gli addebiti fornendo una sua versione dei fatti corroborata da relativa documentazione. Una vicenda che si è conclusa nei giorni scorsi con il patteggiamento della pena davanti al giudice del tribunale Sonia Mancini.

I fatti oggetto di contestazione vanno dal 27 gennaio del 2011 al dicembre del 2014.

Il giudice, nel proprio dispositivo, ha riconosciuto le attenuanti generiche da considerarsi equivalenti rispetto alle contestate aggravanti, riconoscendo il vincolo della continuazione. Sempre secondo la ricostruzione del tribunale, la donna era dipendente dell’azienda per la quale rivestiva l’incarico di segretaria amministrativa. Una circostanza che, stando alle accuse mosse dalla Procura monzese, le dava la disponibilità dei fondi anche grazie a un rapporto fiduciario, consolidatosi nel tempo, con il legale rappresentante della società.
Avrebbe “prosciugato” i conti “prelevando denaro dai conti correnti della società mettendo all’incasso assegni intestati a se stessa, effettuando bonifici su conti correnti a lei intestati oppure in favore di terze persone per acquisti di beni e servizi in realtà destinati a lei e ai suoi familiari appropriandosi così di un importo complessivo superiore ai 950.000 euro”.

Secondo la ricostruzione della Procura di Monza figurano tra gli acquisti effettuati con i soldi “incriminati” viaggi, lavori di giardinaggio, trattamenti di estetica, pagamenti di polizze assicurative, feste di compleanno, liste nozze, intrattenimenti per bambini, ma anche acquisti di prodotti di altro genere: dalle bottiglie di champagne, ai vestiti per bambini e pezzi di arredamento.