Riforma delle province in Lombardia, il piano Maroni: ecco gli otto cantoni

Il piano del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni per la riforma delle province: otto aree vaste «che potremmo chiamare cantoni». I perimetri sono quelli delle nuove Asl (cioè le Ats): Monza con Lecco.
I cantoni di Maroni
I cantoni di Maroni

A dieci giorni dall’intervista del vicepresidente della Regione Lombardia Fabrizio Sala al Cittadino, sul riassetto delle province ai tempi delle aree vaste, arriva il piano Maroni: saranno otto, dice il presidente del Pirellone, e potrebbero anche chiamarsi cantoni. Come la Svizzera. Con che confini? Quelli delle Ats, le strutture che hanno sostituito le Asl e sono state riperimetrate con la riforma della sanità regionale. Con Lodi che resta con Milano, la fascia montana di Sondrio, Como con Varese e Monza con Lecco.

«Il piano Maroni sulle aree vaste è perfetto» ha commentato Sala. Nei giorni scorsi Maroni ha istituito il comitato che dovrà stabilire i criteri della riforma perché vengano poi presentati al governo. «Contestiamo nel merito la riforma voluta dal Governo – ha detto Maroni – ma se passa cogliamo l’occasione per riorganizzare i livelli, eliminando tutti quelli intermedi a partire dalle comunità montane», e poi il nome: «Potremmo chiamare gli otto cantoni della Regione Lombardia, per assonanza con chi ci sta vicino», che sarebbe un altro Stato, la Svizzera.

LEGGI l’intervista a Fabrizio Sala

La prima riunione del comitato, formato da rappresentanti di Comuni, Province, Camere di Commercio e stakeholder, è stata fissata per il 20 gennaio. Poi ci sarà da decidere quali competenze delle Province tornerebbero alla Regione. «Entro giugno di quest’anno presenteremo la proposta della Regione per la riforma Costituzionale», che avrebbe ricadute anche sul sistema elettorale regionale.

Le otto aree sono quelle dell’Insubria con Varese, Busto, Como; la Brianza di Monza e Lecco; Bergamo e Brescia indipendenti l’una dall’altra esattamente com’erano, quindi Pavia come area autonoma e l’area della Val Padana di Cremona e Mantova. Un’area della montagna per la Valtellina, la Valcamonica, l’alto Lario e Sondrio; Milano con Lodi, la cintura nord di Sesto e Cinisello, le zone di Rho e di Legnano.

«Noi abbiamo fatto il primo passo, quello più importante – ha poi detto Sala – la palla passa adesso alle amministrazioni locali, sono loro a doverci fare delle proposte concrete. Auspico che i cittadini di questi due Comuni sappiano e riescano anch’essi a orientare le decisioni delle rispettive amministrazioni comunali, perché continuino ad avere la possibilità di essere brianzoli a pieno titolo».

Il Pd regionale si è detto pronto a discutere di «una riforma organica del sistema delle autonomie che deve avvenire con il pieno coinvolgimento delle realtà territoriali e valorizzando gli spazi concessi dalla riforma della Costituzione appena approvata in prima lettura dal Parlamento». Contrario e critico il Movimento 5 stelle, secondo il quale «la Lega fa finta opposizione a Renzi sulle riforme costituzionali, mentre a Milano Maroni è già pronto a istituire altri baracconi che vorrebbe chiamare cantoni. Non sappiamo se le Province saranno davvero cancellate che già sentiamo parlare la solita politica incapace di sbarazzarsi dalla logica dei carrozzoni amministrativi».n