Seregno: respinta la richiesta di accedere agli atti dell’inchiesta per infiltrazioni mafiose in municipio

La Prefettura ha respinto la richiesta del Comune di Seregno di poter accedere alla relazione conclusiva dell’attività della commissione d’indagine per le infiltrazioni mafiose in municipio che, nell’autunno di 2 anni fa, aveva portato alle dimissioni del sindaco e del consiglio comunale. Gli atti sono riservati.
Seregno - Alberto Rossi
Seregno – Alberto Rossi Paolo Colzani

La Prefettura di Monza e Brianza ha risposto negativamente, con una nota che porta la data di giovedì 11 aprile, alla richiesta del Comune di Seregno di poter accedere alla relazione conclusiva dell’attività della commissione d’indagine, inviata dal ministro dell’Interno Marco Minniti all’indomani dell’operazione giudiziaria che, nell’autunno di due anni fa, comportò il termine anticipato della legislatura consiliare, con la finalità di accertare eventuali infiltrazioni mafiose all’interno della macchina comunale, nonché alla relazione con cui il prefetto Giovanna Vilasi informò il 24 aprile dello scorso anno lo stesso ministero dell’Interno dell’insussistenza delle condizioni che, secondo l’articolo 143 del Testo unico degli enti locali, legittimano l’applicazione delle norme sullo scioglimento del consiglio comunale.


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La novità è arrivata in coda alle polemiche delle ultime settimane, seguite all’intervento in consiglio comunale del sindaco di centrosinistra Alberto Rossi, che giovedì 28 marzo ha reso nota l’esistenza del decreto che ha stabilito la già citata insussistenza delle infiltrazioni mafiose, risalente però al 10 maggio 2018 e da allora mai comunicato prima in città, sebbene la notizia fosse stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 23 maggio successivo, nel pieno della campagna elettorale in vista delle elezioni amministrative, che poi hanno registrato il successo di Rossi al ballottaggio sulla candidata del centrodestra Ilaria Cerqua.

Nella sua nota, la Prefettura ha scritto: «Si rappresenta che i documenti oggetto dell’istanza di accesso sono custoditi presso la segreteria di sicurezza di questo ufficio, con classifica di segretezza “Riservato”, e che in quanto tali non sono liberamente ostensibili. Considerata la loro attinenza ad esigenze di tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico, si ritiene che una loro ostensione si porrebbe in contrasto con la finalità di tutela degli interessi pubblici. Sicurezza ed ordine pubblico, infatti, rappresentano esigenze forti e dominanti, che inibiscono alla radice l’istanza di trasparenza, tanto da doversi escludere una loro recessività a fronte della cura e della difesa degli interessi giuridici dell’istante»

«La risposta della Prefettura deve indurci ad una riflessione profonda sul lavoro della Commissione di Indagine che si è occupata del nostro Comune – ha commentato il sindaco Rossi in una nota – Abbiamo registrato con favore e sollievo la notizia della non sussistenza delle condizioni legittimanti l’applicazione delle norme sullo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose, ma parimenti dobbiamo avere la consapevolezza che il Comune di Seregno ha attraversato una valutazione amministrativa tutt’altro che banale ed i cui contenuti non si esauriscono nel mancato provvedimento di commissariamento per due anni, ma sottendono una realtà più complessa ed articolata».

(* titolo modificato mercoledì mattina)