Renate, uno spazio da 30 usato in 200: vietata la moschea

I vigili hanno contato i fedeli che frequentano il locale di via Roma: sono troppi, non si possono garantire le condizioni di sicurezza. Il sindaco Matteo Rigamonti : «Non è questione di fede religiosa ma di pubblica sicurezza e di rispetto delle leggi». Il responsabile milanese delle comunità islamiche: «Accanimento nei confronti di una intera comunità»
Renate - Il momento della preghiera duranteb l’appuntamento del venerdì (Foto Pozzi)
Renate – Il momento della preghiera duranteb l’appuntamento del venerdì (Foto Pozzi)

I vigili hanno contato i fedeli che frequentano il locale di via Roma: sono troppi, non si possono garantire le condizioni di sicurezza. Il sindaco Matteo Rigamonti : «Non è questione di fede religiosa ma di pubblica sicurezza e di rispetto delle leggi». Il responsabile milanese delle comunità islamiche: «Accanimento nei confronti di una intera comunità»

Venerdì pomeriggio gli agenti della polizia locale hanno effettuato un controllo in via Roma dove i membri dell’associazione La Pace si riuniscono per pregare. I vigili all’uscita dei due locali di proprietà del sodalizio hanno contato quasi duecento persone, una cifra di molto superiore alle trenta consentite. L’accertamento era scattato in seguito all’ordinanza dello scorso mese che vietava agli associati l’utilizzo per pregare del locale contiguo a quello che storicamente ospita la moschea in quanto questo secondo spazio dalle pratiche comunali risulta destinato ad uso deposito.

”Come avevamo già detto la sicurezza è la sola ragione che ha spinto l’Amministrazione a emanare l’ordinanza e la legge sarà fatta rispettare – ha commentato il sindaco Matteo Rigamonti – Nessuno sta mettendo in discussione la libertà di culto dei fedeli islamici, ma si tratta di applicare e far rispettare la legge che vale per tutti e non è prevedibile alcun trattamento di favore, specialmente se di mezzo c’è una questione di pubblica sicurezza”.

In procura sono così stati contestati due reati: il primo in riferimento all’articolo 650 del Codice Penale (inosservanza di un ordine dell’Autorità), il secondo in riferimento alla variazione d’uso del secondo locale avvenuta in contrasto con il vigente PGT.

”Non abbiamo ancora ricevuto nessuna comunicazione ufficiale ma mi sembra che a questo punto ci sia un accanimento nei confronti di un’intera comunità – ha commentato Davide Piccardo, rappresentante di CAIM (Coordinamento associazioni islamiche Milano) – Chiedo al sindaco di Renate e ai sindaci dei comuni limitrofi dove dovrebbero andare a pregare tutte queste persone”. Ricordiamo che il prossimo giovedì, 18 giugno, inizia il Ramadam ovvero il mese sacro dell’Islam.

“La sicurezza è la sola ragione che ha spinto l’Amministrazione a emanare l’ordinanza e la legge sarà fatta rispettare – ha risposto il sindaco – Non esistono cittadini di serie A e di serie B e tutti, ribadisco tutti, sono tenuti a seguire i provvedimenti, non a eluderli o a pretendere trattamenti di favore”.