Renate, farmacisti denunciati e esercizio sequestrato: «Tamponi e prelievi del sangue falsificati» – VIDEO

Nuovo capitolo riguardante la farmacia di Renate già temporaneamente chiusa nelle scorse settimane. Le indagini avviate dallo scorso agosto dopo la denuncia sporta da una mamma preoccupata per delle anomalie sul referto del tampone molecolare eseguito dal figlio. Oltre ai test covid irregolarità anche su prelievi del sangue per markers tumorali.
Indagine farmacia (foto Carabinieri)
Indagine farmacia (foto Carabinieri)

I carabinieri della stazione dell’Arma di Besana Brianza hanno denunciato due farmacisti di Renate, fratello e sorella, accusati di aver prodotto tamponi Covid e prelievi falsificati. L’esercizio commerciale è stato sottoposto a sequestro preventivo. Tra i casi scoperti dai carabinieri non solo i prelievi molecolari Covid ma anche finalizzati alla ricerca di marcatori tumorali.

Si tratta di uno sviluppo di indagine dopo che nelle scorse settimane la farmacia era stata chiusa per mancanza dei requisiti sanitari della titolare 42enne e del fratello-collaboratore 44enne visto che entrambi non avrebbero assolto l’obbligo vaccinale ed erano stati sospesi dall’Ordine dei farmacisti.

Tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio la farmacia ha ricevuto le visite dell’Arma – Arma territoriale e NAS di Milano – e della Commissione Ispettiva delle Farmacie ATS Brianza che, spiegano i carabinieri: «hanno accertato il mancato assolvimento dell’obbligo vaccinale da parte dei due fratelli» i quali tra l’altro, nonostante la sospensione, avrebbero continuato a esercitare l’attività.

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Indagine farmacia (foto Carabinieri)

In questi giorni l’esercizio stava per essere riaperto, ma è scattato il sequestro preventivo, a seguito di indagini avviate lo scorso agosto alla luce di una denuncia sporta da una mamma, preoccupata per delle anomalie sul referto del tampone molecolare eseguito dal figlio. Accertamenti avrebbero fatto emergere che quel tampone era falso: due laboratori, di Monza e Carate, indicati come destinatari, non l’avrebbero mai ricevuto e analizzato.

I militari, con i colleghi del NAS di Milano, nei mesi seguenti hanno sequestrato documentazione e materiale informatico. Successivamente è avvenuta la nomina di consulenti tecnici ed è stata fatta una analisi parziale dei dati informatici. Indagini coordinate dalla Procura delle Repubblica di Monza – comunicano ancora dall’Arma, Compagnia di Seregno, guidata dal maggiore Emanuele Amorosi – che avrebbero permesso di accertare la presenza di altri 15 casi di presunti referti falsi relativi a tamponi. «L’esito negativo falso di un tampone – dicono i carabinieri – ha conseguenze gravissime in termini di diffusione del virus da parte di soggetti potenzialmente positivi, che circolano liberamente (e che in tal modo ottengono anche il green pass). Addirittura – aggiungono – in un caso è stata accertata la falsità di un prelievo volto alla ricerca dell’antigene prostatico per la diagnosi dello stato di un paziente che era stato affetto da tumore».

Scoperte che, unite alla presunta mancata collaborazione con gli inquirenti dei due denunciati, che si sarebbero persino rifiutati di firmare gli atti dei carabinieri e di lasciar visionare loro l’inventario della merce presente in farmacia, ponendo in essere condotte inquadrabili come minaccia, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, hanno determinato la chiusura temporanea dell’esercizio. Fratello e sorella risultano entrambi indagati per falsità ideologica e materiale in atti pubblici e in certificati, inosservanza dei provvedimenti dell’autorità ed esercizio abusivo della professione di farmacista.