Regione Lombardia fa causa allo Stato per i soldi tolti alle Province

“Spostate le funzioni delle Province, ma non le risorse”. La Regione Lombardia ricorre alla Corte costituzionale contro la Finanziaria 2017. Lo ha deciso la Giunta nel consiglio del 13 febbraio.
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Regione Lombardia DANIELE MASCOLO

“Spostate le funzioni delle Province, ma non le risorse”. La Regione Lombardia ricorre alla Corte costituzionale contro la Finanziaria 2017. Lo ha deciso la Giunta nel consiglio del 13 febbraio. Al centro della questione la dichiarazione di illegittimità costituzionale della legge di Stabilità 2017 “per omessa previsione della riassegnazione alle Regioni e agli Enti locali, subentrati nell’esercizio di funzioni provinciali non fondamentali, delle risorse sottratte a Province e Città metropolitane”.

La Legge di Stabilità ha spiegato l’assessore all’Economia, Crescita e Semplificazione, Massimo Garavaglia, “nasce nella fase in cui si andava verso un referendum, che l’ex Premier Matteo Renzi dava per vinto e che avrebbe profondamente modificato il sistema delle autonomie, riportando tutto al centro. La riforma, però, è stata sonoramente bocciata dagli italiani con il referendum”.

“Con questo ricorso – spiega Garavaglia – iniziamo a fissare un paio di ‘paletti’. Il primo è che le manovre di finanza pubblica non possono essere eterne, cioè devono avere un inizio e una fine come già ribadito dalla Corte Costituzionale. Il secondo punto riguarda le Province. I tagli di risorse, sono stati dichiarati costituzionali dalla Corte solo se comportano uno spostamento di funzioni e il loro finanziamento. Cosa che, invece, non avviene: vengono spostate funzioni in capo alle Regioni senza garantire i finanziamenti conseguenti. Entrambi i punti hanno tutte le possibilità di essere accolti dalla Consulta”.

L’ultima legge di Stabilità, insieme alle due precedenti, per il comparto regioni ordinarie prevede un contributo complessivo alla finanza pubblica di 10,2 miliardi di euro nel 2017.

Una sentenza della Corte Costituzionale che imporrebbe al Governo di coprire i costi dei servizi che rischiano il taglio era stata portata nel consiglio provinciale di Monza e Brianza dal leghista Andrea Monti. Era il mese di gennaio, nei giorni delle proteste più calde per l’annunciato di due linee di autobus che collegano la Brianza a Milano utilizzate ogni giorno da 8.500 pendolari.

«E mentre attendiamo ancora che la Provincia dia seguito alla promessa, votata in Consiglio Provinciale, di promuovere un’azione legale contro Roma, ecco che la Regione è scesa in campo – commenta Monti attraverso il suo blog – Palazzo Lombardia, quindi, la pensa come il sottoscritto: lo Stato non può fare quello che vuole e tagliare come vuole. Tantomeno può pensare di continuare a depredare gli enti locali, costringendoli poi a tagliare servizi essenziali ai cittadini, come sta accadendo per le due linee brianzole Z225 e Z227 a rischio soppressione, diventate ora il simbolo di una sacrosanta lotta contro Roma ladrona».