Quattordici anni fa la morte della monzese Rapetti nello schianto del Pirellone

Quattordici anni fa un aereo da turismo si schiantò contro Palazzo Pirelli, provocando la morte di due persone e il ferimento di settanta. Le due vittime furono Alessandra Santonocito e la monzese Anna Maria Rapetti. Messa di suffragio e cerimonia in Regione, domani, lunedì 18 aprile
Milano - Aprile 2002: il 26° piano del Pirellone distrutto dall’impatto dell’aereo condotto da Luigi Fasulo
Milano – Aprile 2002: il 26° piano del Pirellone distrutto dall’impatto dell’aereo condotto da Luigi Fasulo

Quattordici anni fa un aereo da turismo si schiantò contro Palazzo Pirelli, provocando la morte di due persone (oltre a quella del pilota) e il ferimento di settanta. Le due vittime erano avvocatesse, Alessandra Santonocito e la monzese Anna Maria Rapetti. Messa di suffragio e cerimonia in regione, domani, lunedì 18 aprile.

Primo gesto di commemorazione delle due avvocatesse la messa, alle 13, all’auditorium Gaber. Subito dopo, al 26° piano, denominato “Piano delle memoria”, dove una targa ricorda Alessandra e Annamaria, seguirà un momento di raccoglimento con la deposizione di un mazzo di fiori.

La tragedia di Palazzo Pirelli accadde il 18 aprile 2002. La cronaca di quel giorno. Mancavano pochi minuti alle 19, quando l’aereo condotto da Luigi Fasulo, 67 anni, si andava a schiantare contro il ventiseiesimo piano del grattacielo milanese, provocando due vittime

Sette mesi prima, il mondo aveva assistito impotente ai fatti dell’11 settembre 2001, ma nel caso di Milano non fu terrorismo, ipotesi ventilata inizialmente, a pochi minuti dalla tragedia. Anna Maria Rapetti, sposata e madre di un figlio di 4 anni, faceva l’ avvocato dal 1993, in forza a quell’ ufficio legale della giunta regionale che si trova al piano del Pirellone centrato in pieno dal velivolo di Fasulo. Abitava al civico 7 di via Parini.

Ogni mattina alle otto, puntualissima come la ricordano i vicini, usciva dalla rampa del garage di casa, per raggiungere il palazzo della Regione e l’ ufficio giuridico. Quella sera, i cronisti affollavano l’ingresso dell’elegante palazzina a ridosso del centro. Sul posto era arrivato anche il fratello Giovanni, precipitatosi da Abbiategrasso con la mamma Ernesta Cipolla, che non riusciva a darsi pace. «È morta al suo posto di lavoro, è morta mentre faceva il suo dovere», continuava a ripetere.

La donna era sposata con Vittorio Bogani, medico chirurgo dell’ Asl. La notizia gliel’aveva portata un collega poco dopo le ore 20, quando già il ritardo della moglie e poi l’ assenza di sue notizie l’ avevano gettato nello sconforto. Da tre anni i due vivevano nell’appartamento al terzo piano, in una silenziosa palazzina tra rododendri e magnolie.

Erano «una coppia affiatatissima», dicevano i vigili. Anna Maria, era ricordata «una donna sempre gentile, e con il sorriso sulle labbra». Luigi Fasulo, 67enne del Canton Ticino, si trovava alla guida di un Rockwell Commander. Decollò all’aeroporto di Locarno alle ore 17:15, con destinazione Milano-Linate, dove avrebbe dovuto effettuare uno scalo per poi rientrare a Locarno alle 18:15. Le cause dello schianto non sono mai state chiarite del tutto. Si è pensato al suicidio, o al guasto tecnico.