Pronto soccorso di Desio, chiuso il pre triage: era l’anticamera per lo screening Covid

Terminata la sperimentazione di cui hanno parlato anche i telegiornali: resta allestito all’esterno del Pronto Soccorso il tendone, già attivato durante la prima ondata, ma spesso è chiuso. All’ospedale venerdì 31 pazienti Covid, una settimana prima erano 18. Il sindaco Gargiulo: «Ma i contagi rallentano»
Pronto soccorso di Desio
Pronto soccorso di Desio Paola Farina

È sempre critica la situazione Covid a Desio anche se si registra un incremento di positivi minore rispetto alle scorse settimane. A venerdì 14 gennaio i desiani col Covid erano 1885, esattamente 100 in più rispetto a una settimana prima. «Per la prima volta da di dicembre i dati dei contagi non sono cresciuti con la stessa curva negativa – commenta il sindaco Simone Gargiulo – Negli ultimi due giorni i positivi sono aumentati di poche unità rispetto ai giorni scorsi. Ovviamente questo non deve in alcun modo far abbassare la guardia. Allo stesso tempo però ci dà un po’ di ottimismo».

Sul fronte vaccini, la percentuale di vaccinati con seconda o unica dose è dell’81,48% (33.940) secondo i dati di Ats forniti dal sindaco. Sono 17.858 i vaccinati con la terza dose.Aumentano, intanto, i ricoveri. Sempre a venerdì erano 31 i pazienti Covid all’ospedale di Desio, di cui 1 con Cpap. Una settimana prima i pazienti Covid erano 18. Si registra dunque un aumento di 13 unità. Una situazione da gestire, che si aggiunge ai problemi cronici dell’ospedale di Desio, a partire dalla carenza di personale al Pronto Soccorso. L’unità mobile del pre triage visitata dalla vicepresidente della Regione Letizia Moratti il giorno di Santo Stefano non c’è più. Il progetto sperimentale di cui hanno parlato anche i telegiornali è durato poco.

Presentata come un importante progetto per l’accoglienza dei pazienti per un primo screening, in un luogo separato, in modo da preservare il personale e scongiurare i contagi in ambienti frequentati da più persone, arrivati al Pronto Soccorso per altre emergenze, la sperimentazione ora è finita. Resta allestito all’esterno del Pronto Soccorso il tendone, già attivato durante la prima ondata. «Serve per ospitare i pazienti che sono in attesa dell’esito dei tamponi: attualmente è utilizzato per il “transito” e l’attesa dei pazienti con codici minori» spiega l’azienda ospedaliera. In realtà, il tendone è spesso chiuso.

«Martedì ho fatto un incidente non grave e sono stato portato al Pronto Soccorso – testimonia un paziente – Arrivato in ospedale, mi hanno fatto il tampone: ho aspettato l’esito nel locale delle macchinette del caffè, non nel tendone all’esterno, che sembrava chiuso». Martedì all’ora di pranzo la sala d’attesa era stra piena di persone. «Nulla da dire sulla professionalità di medici e infermieri, che fanno il possibile per rispondere alle richieste dei tanti pazienti. Quando è arrivato il mio turno, il medico si è scusato per la lunga attesa, dicendomi che era da solo e non poteva fare i miracoli». La Cgil era tornata a sollevare il problema qualche mese fa. «Stiamo monitorando la situazione – afferma Susanna Cellari – La direzione si sta attivando, ma il problema vero è quello di reclutare le risorse umane. Questa azienda deve diventare più competitiva e più attrattiva perchè spesso agli avvisi pubblici non risponde nessuno».