Presentato a Seregno il libro “Sant’Agata, la bella dell’Esaro” di Mario Di Cianni

È stato presentato a Seregno il volume “Sant’Agata, la bella dell’Esaro”, scritto da Mario Di Cianni.
L'autore Mario Di Cianni nel suo studio
L’autore Mario Di Cianni nel suo studio

Le amministrazioni comunali di Seregno e Sant’Agata d’Esaro, splendido borgo del cosentino, nella valle dell’Esaro, da cui nel tempo in parecchi sono saliti in Brianza alla ricerca di migliori opportunità dal punto di vista professionale, hanno intenzione di rilanciare il gemellaggio istituzionale che le lega fin dall’autunno del 1991, non appena la pandemia allenterà le sue morse e sarà possibile tornare a viaggiare ed a promuovere iniziative in presenza. Lo si è capito venerdì scorso, durante la presentazione online del volume “Sant’Agata, la bella dell’Esaro”, scritto da Mario Di Cianni e pubblicato da Emia Edizioni, per raccontare la storia, le tradizioni e le bellezze della piccola località nella zona del parco del Pollino: un appuntamento, questo, indirizzato in particolare al pubblico seregnese.

«Sono riconoscente per la vostra presenza -ha spiegato Di Cianni, rivolto ai tanti relatori-. Invio un abbraccio sentito, dal profondo del mio cuore, a tutti i santagatesi, che fin dagli anni cinquanta hanno lasciato il nostro paese e si sono recati nell’accogliente cittadina di Seregno». Felice è apparso il sindaco di Seregno Alberto Rossi: «La passione emersa nell’intervento dell’autore fa sì che parlare con Sant’Agata, oltre che un onore ed un piacere, sia quasi una responsabilità, per un legame viscerale, una storia forte che si evidenzia. E responsabilità lo è stata per tutti i sindaci che mi hanno preceduto. Nella nostra città, hanno trovato ospitalità tante persone provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo, ma i santagatesi si sono distinti, non solo per la consistenza numerica, ma per la dedizione con cui si è voluta tenere cucita la doppia appartenenza, giocando un ruolo da protagonisti». Analogo è l’entusiasmo che si è letto nelle parole di Mario Nocito, primo cittadino di Sant’Agata d’Esaro: «L’opera del professor Di Cianni racconta di Sant’Agata, della sua storia e delle sue tradizioni, e tornerà utile a chi vorrà visitare il nostro paese, ma anche ai posteri ed alle nuove generazioni. Ringrazio Mimì Gallo, artefice primo del nostro gemellaggio, che è anche cittadino onorario di Seregno, perché per merito del suo impegno e di quello dei santagatesi è stato possibile mantenere vivo questo legame, il cui primo passo ufficiale fu il gemellaggio tra le bande. E, quando ripenso a quel momento, mi torna in mente mio zio Francesco, che a Seregno viveva nella frazione di San Carlo e che fu tra i promotori del gemellaggio tra le bande».

Gli spettatori hanno quindi potuto ascoltare una videointervista registrata di Maurizio Arcuri a Mimì Gallo, che è poi stato stretto in un affettuoso abbraccio dai due sindaci, in rappresentanza di entrambe le comunità, per il suo compleanno, che cadeva sabato. «Il primo vicesindaco di Seregno a venire a Sant’Agata fu Pierino Romanò – ha ricordato Gallo, al quale, come detto, l’amministrazione seregnese guidata da Giacinto Mariani ha concesso la cittadinanza onoraria nel 2009 -, che tramutò le sue emozioni per l’ospitalità ricevuta in una poesia. I sindaci da una parte e dall’altra sono sempre stati favorevoli al gemellaggio. Saluto i due primi cittadini in carica, con la speranza di poter conoscere presto di persona Alberto Rossi, non appena la pandemia lo permetterà». Quindi, un aneddoto: «Il primo santagatese ad approdare a Seregno fu Antonio Terranova nel 1947. Quando fu ufficializzato il gemellaggio, il sindaco di Seregno Luigi Pinotti gli consegnò una targa, come primo santagatese a Seregno, e lui si commosse. Piangendo, mi disse che il giorno del suo arrivo, quando era d’attualità la questione meridionale ed i meridionali erano indicati come terroni, non lo avrebbe mai immaginato possibile».

La scena è stata poi occupata dalle testimonianze di Maria Elisa Borrelli, Franca Nocito e Carmelo Guaglianone, tutti originari di Sant’Agata d’Esaro, che hanno ricostruito le loro esperienze di vita in Lombardia, rispettivamente come dirigente della pubblica amministrazione, titolare di un panificio e chef, sempre con ben saldo nella testa e nel cuore il legame con la Calabria. «L’emozione è tanta -ha infine chiosato Carmine Arcuri, già sindaco di Sant’Agata d’Esaro-. Mi sono passate davanti agli occhi le immagini di quel primo incontro amministrativo nel novembre del 1991. Ricordo Pierino Romanò, uomo di grande cultura e persona genuina, e tanti altri amici seregnesi. C’è grande nostalgia, ma anche la speranza di rinvigorire i nostri rapporti, riempiendoli di contenuti».