Polemica a Desio sulla falda, M55: «All’ex Autobianchi cromo 17 volte oltre i limiti»

Polemica a Desio tra amministrazione e Movimento 5 Stelle che denuncia “la presenza di cromo 17 volte oltre i limiti nella falda dell’ex Autobianchi”. Il sindaco: “L’acquedotto pesca a 100 metri di profondità e l’acqua è controllata da Arpa e Asl”.
DESIO EX AUTOBIANCHI
DESIO EX AUTOBIANCHI Pozzi Attilio

Il Movimento 5 Stelle di Desio non si ferma all’interrogazione presentata in consiglio comunale in ottobre per chiedere al Comune quali azioni erano previste per monitorare la situazione della falda superficiale nell’area ex Autobianchi.

«In particolare i pozzi a nord – ha precisato Sara Montrasio – che hanno tratti filtranti che attingono ancora a falde superficiali».

Gianmarco Corbetta, consigliere regionale M5S, ha verificato che dal 2009 non vengono eseguiti monitoraggi, nonostante Arpa li avesse suggeriti a Comune, Provincia e Regione, segnalando ‘elevati livelli di contaminazione’. «Abbiamo anche scoperto che Arpa aveva effettuato altre analisi dell’acqua nell’area ex Autobianchi per conto di un privato che stava indagando l’origine della contaminazione della falda sotto il suo terreno. Abbiamo contattato il geologo che aveva seguito la vicenda e lo abbiamo convocato in Commissione Regionale Ambiente. È venuto. Sono emersi elementi molto gravi».

Secondo i Grillini, il cromo esavalente nella falda superficiale supera di 17 volte i limiti. Poi – sostengono – la direzione del deflusso delle acque presa in considerazione nei documenti della bonifica è sbagliata. Le misurazioni furono eseguite da est verso ovest. Quei documenti rivelerebbero valori entro i limiti sia in entrata come in uscita nella parte alta (nord) dell’area e valori oltre i limiti (seppur simili in entrata ed uscita) nella parte bassa. Come se l’area dove sorgeva la fabbrica non producesse aumenti di contaminazione.

Precisa Corbetta: «Se consideriamo il deflusso corretto da nord a sud, come fanno anche i documenti del Piano Regolatore, i dati confermano che in alto i valori sono nei limiti, in basso li superano. L’area quindi incide. Sappiamo che l’acquedotto non attinge dalla falda superficiale, ma non possiamo escludere che col tempo l’inquinamento arrivi giù».

«Denunciamo l’inerzia di Provincia e Comune – rincara il deputato Davide Tripiedi – ci domandiamo perché il Sindaco perda ancora tempo a verificare dati che ci sono già».

Il sindaco Roberto Corti ribatte: «La prima falda è inquinata in generale in tutto il territorio vicino. Tant’è che l’acquedotto pesca a cento metri di profondità. L’acqua dei nostri rubinetti è buona e controllata da Asl e Arpa. La bonifica fatta bene o male? Il problema è emerso due mesi fa e ci siamo mossi per capire cosa è stato fatto dal 2006 al 2009. Abbiamo sentito la Regione. Se ci saranno necessità di approfondimenti, li faremo coinvolgendo Arpa». I grillini ribattono sostenendo, documenti alla mano, che la presenza del cromo era nota già cinque anni fa.