PizzAut: la risposta agli attacchi sui social? Aprire il secondo ristorante

Dopo un attacco social contro i ragazzi di PizzAut, il fondatore Acampora rilancia il progetto di pizzeria inclusiva con i ragazzi autistici: aprire un secondo ristorante.
Un gruppo dei ragazzi di PizzAut con Nico Acampora
Un gruppo dei ragazzi di PizzAut con Nico Acampora

Prenotazioni confermate fino alla fine di luglio. Non manca di certo il lavoro al neonato ristorante PizzAut, inaugurato lo scorso primo maggio a Cassina de’ Pecchi alla presenza, tra gli altri, della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Sorride il fondatore del progetto di inclusione per i ragazzi autistici Nico Acampora, divenuto oramai monzese di adozione, lasciandosi alle spalle la brutta vicenda dell’attacco hater subito lo scorso 15 giugno che ha suscitato una vasta eco mediatica oltre all’intervento di qualche esponente politico.

Sulla pagina Facebook di PizzAut una certa Simona aveva accusato, in un italiano non proprio perfetto dal punto di vista sintattico, Acampora di “essere una brutta persona, un untore che fa del male al prossimo” sostenendo che “gli autistici non dovrebbero mettere le mani in cucina, nei piatti in preparazione”.

Acampora aveva replicato con gentilezza chiedendo il perché di tale affermazione, lasciando aperto anche un dubbio: “Forse lei sa cose che io non so… sono desideroso di conoscere”. Il fondatore di PizzAut, convinto che “il virus dell’ignoranza non ha ancora un vaccino”, è comunque orgoglioso del ristorante che riesce a deliziare non solo i palati ma anche gli animi. A suo giudizio l’unica e valida risposta agli attacchi è l’apertura di un secondo ristorante, per dimostrare che i ragazzi autistici possono essere ottimi lavoratori, ottimi pizzaioli e camerieri, e lancia un appello per poter realizzare questo nuovo desiderio.