Perché da 800 anni gli olgiatesi vengono in pellegrinaggio a Monza (e il don lo farà a piedi)

Il 25 aprile a Monza il tradizionale pellegrinaggio delle famiglie di Olgiate Comasco: sei pullman, auto, moto, bici e anche a piedi, come il prevosto che a 65 anni percorrerà i 40 chilometri partendo a mezzanotte. Ecco perché da 800 anni si ripete il voto.
Pellegrini di Olgiate a Monza
Pellegrini di Olgiate a Monza

Da Olgiate Comasco a Monza a piedi in una notte, per mantenere un voto del 1207: una tradizione rispettata prima di tutti dal prevosto don Marco Folladori, 65 anni, appassionato di montagna che sarà nel gruppo di pellegrini che alla mezzanotte del 25 aprile partiranno verso la chiesa di San Gerardo contando solo sulle loro forze, per una quarantina di chilometri. In realtà, come sempre, gli olgiatesi che parteciperanno in vario modo al pellegrinaggio sono molti: sei pullman organizzati per la giornata, oltre a quanti raggiungeranno Monza in bicicletta, in auto e in moto.

Al termine della messa si rinnoverà il rito del bacio all’urna e della distribuzione di pane e vino benedetti (1500 buoni), in ricordo dei tempi in cui ai pellegrini di passaggio dall’ospedale fondato da San Gerardo nel 1174 venivano offerti pane e vino, ricorda la Provincia di Como, che aggiunge: per chi per la prima volta andrà in pellegrinaggio sarà d’obbligo se si vuole rispettare l’antica tradizione, inserire un mazzolino di trifoglio nella bocca dei leoni che ornano il ponte sul Lambro, che si attraversa nel corso della processione. Il giuramento degli olgiatesi risale al 1207: la comunità era stata colpita da una malattia – non bene identificata ma tramandata come sincoposi (sincoposys) – e venne suggerito loro di fare un pellegrinaggio sulla tomba di Gerardo dei Tintori, che era morto da poco. La malattia scomparve e le famiglie giurarono di ripetere il pellegrinaggio ogni anno, fissando la data al 25 aprile.