Pedemontana a Desio: con la terra degli scavi nasce una montagna

Dopo la Greenway, il parco a nord della stazione di servizio, il ponte verde di scavalco, la Pedemontagna, adesso a Desio arriva il Monte Alpino. È una delle proposte nuove che Autostrada Pedemontana Lombarda (Apl) chiede di discutere coi sindaci, in Regione e poi in Provincia.
Pedemontana
Pedemontana Attilio Pozzi

Dopo la Greenway, il parco a nord della stazione di servizio, il ponte verde di scavalco, la Pedemontagna, adesso a Desio arriva il Monte Alpino. È una delle proposte nuove che Autostrada Pedemontana Lombarda (Apl) chiede di discutere coi sindaci, in Regione e poi in Provincia. «La mail della Provincia è arrivata l’altro giorno» informa l’assessore Giovanni Borgonovo durante la serata proposta di recente a San Giorgio dai comitati No Pedemontana sul tema “Pedemontana & veleni”. Una montagna di terra, 14 milioni di metri cubi. Quella di risulta degli scavi nelle tratte ancora da fare, la B2, la C (con Desio) e la D.

Terra che potrebbe contenere diossina? «Non dico questo – spiega l’assessore -. Potrebbe arrivare da aree non inquinate. La montagna sorgerebbe a sud del grande svincolo, leggermente modificato nella variante di progetto. Dicono: un’area verde a disposizione dei cittadini». Nasce subito una spontanea sarcastica risata tra i numerosi cittadini presenti. «Sentiremo – dice ancora Borgonovo -. È una proposta che cade a ciel sereno, come un fulmine».

«Non hanno fatto ancora neppure un metro di Greenway – sostiene Paolo Biggi del comitato No Pedemontana – , non un’opera di mitigazione, c’è Pedemontagna già inserita nel progetto definitivo e adesso propongono il Monte Alpino».

«A Desio – aggiunge l’assessore – nessuno dei prelevamenti fatti nella zona precedentemente interessata dalla diossina, dove è prevista la stazione di servizio, ha evidenziato valori superiori agli ammessi. Ma quando si muove la terra occorre grande attenzione anche sulle aree non bonificate. Come sarà mossa? Dove sarà portata?». Domande che si pone anche la gente. «Le polveri – aveva appena finito di spiegare Paolo Crosignani, epidemiologo -, sono causa provata di infiammazioni, bronchiti acute, eventi cardiaci, infarto miocardico, aritmia, trombosi. Aumentano dove e quando il traffico è più sostenuto». Proietta grafici e dati. Rincara: «Asl e Arpa non si sono mai interessate al problema. Monitoraggi sulla salute in contemporanea ai lavori? Non è possibile. Diffido Apl dal dire questo. Le emissioni di Pm 10 dalle vetture sono alte con le auto sono in coda a motore acceso e quando superano i 120 Km/h. Lo sono meno a velocità moderate. Non bisogna incentivare l’alta velocità, cosa che invece fa l’autostrada. Nessuno c’ha pensato? L’alta velocità non diminuisce le emissioni. Qui è previsto il passaggio di 80mila vetture al giorno. Perde la collettività. Sarà difficile difendersi».