Parte l’alleanza del vino di Monza: primo brindisi per il progetto rural-solidale

Sono arrivate le 500 “barbatelle” destinate al terreno di via Papini per diventare la prima vigna di Monza: un progetto rural-solidale che ha già coinvolto diversi attori (tra gli altri Fondazione Tavecchio onlus, Gruppo Meregalli). Domenica 20 maggio apertura ufficiale del campo.
Monza Vigna via Papini Enologo durante la piantumazione barbatelle
Monza Vigna via Papini Enologo durante la piantumazione barbatelle Fabrizio Radaelli

E adesso “Tutti giù per terra”. Perché l’orto di via Papini a Monza è pronto ad accogliere, per poi raccogliere. Fervono i lavori per l’inaugurazione dello spazio “rural-solidale” (già coinvolto nel bilancio partecipativo comunale e nei progetti Freedom up e #Coltivoanch’io) che ha preso vita sul terreno di proprietà della Fondazione Alessio Tavecchio. La onlus lo ha messo a disposizione per la realizzazione di un orto e di un vigneto solidale, chiamati a essere anche spazio didattico e inclusivo per persone con disabilità, studenti, richiedenti asilo e anziani. Proprio l’apertura ufficiale del campo, domenica 20 maggio, sarà l’occasione per conoscere da vicino tutti i progetti che hanno già preso il via.


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In località della Gera, al quartiere Libertà, infatti, da mesi su un campo di oltre 4mila metri sta nascendo un borgo rurale vero e proprio, con mille metri di vigneto di pregio, che intende condurre alla produzione del vino di Monza grazie al coinvolgimento del Gruppo Meregalli.

Le 500 barbatelle (da piantare nel terreno già predisposto) sono arrivate proprio in questi giorni. E tra le persone impegnate nel progetto c’è una certa emozione nel sognare già le prime bottiglie.

In queste settimane sono in tanti (compresi 15 richiedenti asilo di via Spallanzani che hanno ripulito l’intera area) a lavorare in via Papini per preparare il terreno per il vigneto e per realizzare gli altri percorsi di pratiche agroecologiche, che avranno anche la finalità di avviare inserimenti lavorativi di soggetti svantaggiati.

Perché qui si parla di vigneto, frutteto, orto, persino di un bosco, ma senza mai dimenticare che prima di tutto ci sono disabili, richiedenti asilo, anziani, donne in difficoltà: coloro che qui troveranno un luogo dove l’inclusione sarà la regola.

Perché questo sia possibile, oltre a Tavecchio, sono coinvolti “L’arte di amarsi” onlus (capofila, guidata nel costruire la rete da Csv Monza Lecco Sondrio), Desbri, istituti Borsa e Mapelli, Social time onlus, Villasanta Attiva, Il Salto asd, Associazione paraplegici, Us Tremolada, Comune, Mw radio (“il Cittadino” è media partner) e aziende come Brianzacque, Acsm Agam, Enerxenia, Leroy Merlin e L’erbavoglio. Preziosa la collaborazione con la Scuola agraria del Parco che applica nella parte a orto metodi di coltivazione innovativi. Una partecipazione numerosa, dunque, pronta ad allargarsi ad associazioni, cooperative, enti pubblici e semplici cittadini interessati e altre aziende, nell’ottica di una responsabilità sociale d’impresa.

Domenica la giornata sarà aperta a tutti, anche con il desiderio di lanciare l’appello a nuovi volontari. Alle 10 è in programma il taglio del nastro. A seguire percorsi guidati dagli esperti e laboratori per bambini. Per finire un aperitivo di prodotti green.

Durante la giornata sarà inoltre possibile sostenere il progetto prenotando cassette di frutta e verdura o adottando un albero. E se per domenica tutti invitano in via Papini, il 16 giugno il progetto si presenterà in centro, in via Vittorio Emanuele, con una cena benefica dove il vino sarà protagonista. Nel solco di quel vigneto che sta per nascere.